AMA Calabria, Milena Vukotic a Catanzaro e Lamezia in “Così è (se vi pare)” di Pirandello: l’intervista

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images AMA Calabria, Milena Vukotic a Catanzaro e Lamezia in “Così è (se vi pare)” di Pirandello: l’intervista

  21 febbraio 2024 09:53

di CARLO MIGNOLLI

“Così è (se vi pare)”. Questo il titolo dello spettacolo incluso nella stagione teatrale 23/24 di AMA Calabria e tratto dalla commedia del 1917 di Luigi Pirandello, che andrà in scena a Lamezia Terme e Catanzaro il 22 e 23 febbraio alle ore 21. L'opera del poeta e scrittore siciliano, considerata una delle sue migliori insieme ai “Sei personaggi”, si concentra sul tentativo di svelare l'identità della moglie del nuovo segretario di Prefettura in una città di provincia. La Signora Frola sostiene che sia sua figlia, mentre il segretario sostiene che sia morta in un terremoto. L'allestimento dell'opera utilizza degli ologrammi tridimensionali per rappresentare i personaggi che cercano invano di scoprire una verità inesistente. Alla fine, si rivela la grandezza del dolore e dell'amore di una madre. 

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Il cast, diretto dal maestro Geppy Gleijeses, è composto da attori di primo livello come Pino Micol e Gianluca Ferrato, ma su tutti spicca il nome di Milena Vukotic. L’attrice, protagonista della saga dei film di Ugo Fantozzi e della celebre serie Rai “Un medico in famiglia”, si è raccontata ai microfoni della nostra redazione. 

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Pino Micol e Milena Vukotic

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Sarà a Lamezia Terme e Catanzaro, rispettivamente 22 e 23 febbraio, per la messa in scena di “Così è (se vi pare)”, una delle più belle commedie di Luigi Pirandello. Com’è stato lavorare a questo interessante progetto, già affrontato da lei in passato in una veste diversa, questa volta insieme al regista Geppy Gleijeses e attori come Pino Micol e Gianluca Ferrato?

«È stato molto emozionante lavorarci, forse si tratta di una delle più belle esperienze teatrali da me affrontate. Sono perfettamente daccordo con lei quando dice che parliamo di uno dei più bei lavori di Pirandello perché raccoglie tratti di altri suoi lavori in maniera più condensata. Penso che sia una commedia estremamente attuale e che lo sarà sempre. La parte della signora Frola è particolarmente misteriosa e sfaccettata e di conseguenza è stata per me un’esperienza eccezionale».

Lo spettacolo, come abbiamo detto, è tratto dalla commedia di Luigi Pirandello. L’adattamento è fedele al testo originale oppure vi sono delle differenze?

«La nostra interpretazione è molto fedele al testo originale. Nelle prime 15 pagine del copione abbiamo degli ologrammi che rappresentano quasi tutti i personaggi della commedia di Pirandello. Geppy Gleijeses si è ispirato al lavoro di Giovanni Macchia fatto su Pirandello, in cui i protagonisti sono visti da lontano, “con il cannocchiale girato”. Abbiamo questi specchi che riflettono e sono anche trasparenti, per cui questi personaggi si moltiplicano e spariscono». 

Sono passati circa sessant’anni dal suo debutto teatrale, ha avuto una carriera straordinaria tra il mondo del teatro e quello del cinema. Quali sono le differenze che nota tra il modo di fare teatro di oggi rispetto a quello del passato?

«Penso ci siamo alcune differenze, ma non così tante. Io ho avuto un percorso abbastanza anomalo: sono arrivata in Italia a 25 anni con un passato da ballerina, ho girato il mondo con una Compagnia di Balletto Classico, ho affrontato 5 anni di Conservatorio a Parigi e, sempre nella capitale francese, ho frequentato corsi di teatro. Oggi a mio avviso ci sono meno mezzi a disposizione per fare si che cinema e teatro si diffondano ancor di più, siamo in un periodo di stallo perché la televisione sta prendendo il loro posto. Nonostante questo il teatro non morirà mai».

Nella sua carriera ha lavorato con tanti registi e attori di assoluto livello come Federico Fellini, Paolo Villaggio e Lino Banfi. Chi ricorda con maggiore affetto o nostalgia?

«Il regista che ho da sempre ammirato e con la quale ho avuto la fortuna di lavorare è Federico Fellini. Per lui mi sono trasferita in Italia dopo la parentesi francese. In particolare mi aveva colpita il suo film intitolato “La Strada”, ne rimasi da subito stupita e così decisi di tentare questa strada».

Non è la prima volta per lei in Calabria. Era stata nella nostra regione in tante altre occasioni come il Magna Graecia Film Festival del 2016. Cosa apprezza maggiormente della nostra terra e come risponde il pubblico calabrese ai suoi spettacoli?

«La vostra è una terra generosa e amorosa. Il pubblico risponde sempre in maniera calorosa, di questo sono felice e spero che anche questa volta vada bene».

Oggi viviamo in un periodo storico caratterizzato da conflitti. Quanto è importante secondo lei avvicinare i giovani al mondo del teatro e quali consigli darebbe proprio a dei giovani che tentano di intraprendere questa difficile strada?

«È molto difficile dare consigli, tuttora io ne ho continuamente bisogno. Pertanto credo che ci sia una regola generale: bisogna essere convinti di quello che si ama e si sente. Se c’è questa convinzione profonda, che non deve essere soltanto l’attrazione di apparire in televisione o in un film al cinema, penso che si possa fare tanto».

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