di APOLLONIA NANNI
Anni ’60, gli anni in cui tutto accadeva, anni degli stravolgimenti di massa, di lotte e conquiste, anni senza filtri, senza internet, connessi da talento, forza creativa, passione, cultura, Arte!
Alessandro Mazzitelli e il giornalista Giuseppe Papaleo
Ho sempre amato le chiavi, chiavi che aprono cassetti dell’infanzia, scrigni di gioielli, casseforti segrete di corrispondenze taciute. Le chiavi alludono da sempre al mistero, all’iniziazione, alla rivelazione, a scoperte celate o dimenticate nel corso del tempo. Ma c’è una chiave che apre tutte le porte: la Cultura e l’Arte. Capita sovente di riordinare cassetti, aprire scatoloni e… saltano fuori come per incanto, lettere, bigliettini, fotografie che ci catapultano “indietro nel tempo”, come nelle migliori serie di film noti. C’è un’emozione visiva, fatta di immagini che hanno sancito il nostro vissuto le nostre vicende, con risultati esaltanti specie quando entrano in campo nostalgia e memoria, un immediato ritorno di visioni in cui si racchiudono le vite degli uomini, di quello che era la nostra città di Catanzaro, l’ambiente culturale e artistico, foriero di intellettuali, scrittori, poeti, musicisti, Artisti! Ogni foto rimanda a un’inquadratura, un valore di memoria.
Inaugurazione di una mostra di Mazzitelli nello storico Circolo Unione con il taglio del nastro da parte dell'allora sindaco di Catanzaro, Francesco Pucci
Ho scelto di raccontare quella Catanzaro. La Catanzaro di Francesco Pucci, ex sindaco di Catanzaro, l’avvocato Aldo Ferrara, l’ingegnere Failla, il giornalista Giuseppe Papaleo, noto anche per aver partecipato a diversi film di FEDERICO FELLINI, Alessandro Mazzitelli, artista che sin dagli anni sessanta ha stravolto il modo di fare arte e di guardare all’Arte stessa con occhi nuovi: basti pensare che negli anni sessanta ha realizzato a Catanzaro, in tempi non sospetti quando era in voga un’arte tradizionale assodata, interventi di Land art, forma di Arte Contemporanea nata nel 1969 in America caratterizzata dall’intervento diretto dell’artista sul territorio naturale mutandone l’aspetto.
L'avvocato Aldo Ferrara con alcuni artisti
Raccontare attraverso le parole le immagini fotografiche, non come illustrazione fine a se stessa, ma come medium vivo delle nostre emozioni. Testimonianza. Tempi che ci appartengono che sono dentro di noi, corredo della nostra tradizione. Valori narrativi antichi ma vivi, moderni.
Quanti ricordi possono saltare fuori da una valigia! Le fotografie sono testimonianza del tempo vissuto, conferiscono l’immortalità dell’attimo in una eterna permanenza. Immagini in bianco e nero che si differiscono da quelle a colori per intensità e genuinità, fissano l’anima, il respiro e i sogni del soggetto, senza distrazioni edulcorate. Denominatore comune di ogni foto è il tempo che scorre, scivola diventa liquido e cambia con lo scorrere delle stagioni, degli anni, facendoci rivivere in questa carrellata momenti irripetibili e memorabili. Un pezzo di storia della nostra città. “Per Maestri ho avuto i miei occhi”: Michelangelo Antonioni.
Impariamo non solo a guardare, ma a vedere. Qualcuno ha detto che i giornali si sfogliano e le fotografie si leggono. Vi invito a “leggere” la mia carrellata in bianco e nero!
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