Amaroni. Ancentrale e straordinario: per San Giuseppe si rinnova il rito dei “panuzzedha”

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images Amaroni. Ancentrale e straordinario: per San Giuseppe si rinnova il rito dei “panuzzedha”
La statua di San Giuseppe (anno 1872) che si venera nella Chiesa di Santa Barbara di Amaroni

Anche se, causa Covid, quest’anno l’usanza ha avuto carattere simbolico.

  19 marzo 2021 10:24

di MASSIMO PINNA

Ancestrale nel senso di amore per le tradizioni. Le tradizioni sono il motore di una comunità, sono storia e vita.

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La comunità di Amaroni è molto legata alla figura di San Giuseppe e la dimostrazione sta nel fatto che ogni amaronese il 19 marzo ricorda l'evento dei panuzzedha e sembra quasi che si ritorni fanciulli spensierati.

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Quest'anno anche il Santo Padre Francesco ha voluto dedicare un anno a San Giuseppe chiamato appunto Anno Giuseppino con la lettera Apostolica "Patris corde" col cuore di padre. Il romano pontefice mette in risalto la figura del padre di Cristo e dello sposo di Maria che non sta in secondo piano ma opera al piano della salvezza Curiosità il papa è molto legato alla figura di San Giuseppe nel suo stemma compare il fiore di nardo. Stamattina, quindi, tutti a ‘panuzzedha’.

Almeno con il cuore e naturalmente, a causa del Covid, solo simbolicamente. Ma come detto con il cuore certamente e con la mente, tutti gli amaronesi stamattina hanno pensato la stessa cosa: i panuzzedha di San Giuseppe.

Da sempre, infatti, la mattina del 19 marzo, festa di San Giuseppe e, dopo di lui, di tutti i papà, ad Amaroni si ripete un rito tradizionale che, almeno in parte, non trova riscontro nelle zone limitrofe, e le cui radici si perdono nel Medioevo. Infatti, se la tradizionale sagra della pasta e ceci, è un’usanza diffusa, la distribuzione alla mattina presto, quasi all’alba, dei tradizionali panini fatti in casa detti “panuzzedha”, ai festanti bambini, è veramente una chicca.

Un’usanza che si rinnova così di anno in anno, e che non conosce oblio, prova né è che anche i bambini del III millennio, dall’età in cui muovono i primi passi ai più grandicelli, vi partecipano in massa. La distribuzione viene fatta dalle massaie del paese che, in onore di San Giuseppe, sfornano i panini nella notte per farli trovare ancora caldi alle prime luci dell’alba, momento a partire dal quale, torme di bambini gioiosi e chiassosi girano per le vie del paese, facendo quasi a gara a chi riesce a farsi donare il maggior numero di panini.

Questa tradizione secolare, ha origini, almeno medievali, e il cui significato può essere visto anche come miscuglio tra gli antichi riti propiziatori di una buona stagione per le messi, essendo a cavallo del solstizio di primavera, e il dono disinteressato di pane, che ai tempi, rivestiva un’importanza anche pratica, specie per i bambini più poveri. Ciò veniva fatto in onore di San Giuseppe, padre di Gesù e simbolicamente padre di tutti i bambini.

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