Il sistema sanitario di soccorso della provincia di Catanzaro continua ad essere molto fragile. Le lacune di un servizio che di fatto non riesce ad avere a disposizione più medici sulle ambulanze presidio di primo intervento fondamentale soprattutto nei centro dell’entroterra, evidenziano ritardi e inadeguatezza nella definizione di soluzioni che mettono a repentaglio la vita delle persone.
“Pensiamo a quello che è successo qualche giorno fa e riportato sui giornali regionali: un anziano è deceduto dopo aver atteso, invano, l’intervento dei medici e del 118. Per una gravissima difficoltà respiratoria è stato chiesto l’intervento del 118 – spiega il sindaco di Maida, Salvatore Paone -. Ai familiari l’operatore ha dichiarato di non avere ambulanze. Succede a Lamezia Terme, la più grossa città sul versante tirrenico catanzarese, in pieno centro, ad un tiro di schiocco dal palazzo di giustizia. Solo in seguito all’insistenza dei parenti, è stata attivata la Postazione di Emergenza Territoriale di Girifalco: l’ambulanza è arrivata 90 minuti dopo, per constatare il decesso.”.
“Nei mesi scorsi abbiamo sollecitato un intervento dell’Asp, nel tentativo di difendere le postazioni 118 nel territorio del lametino, private del medico a bordo – spiega il sindaco Paone -. Sono molto preoccupato anche per la situazione di Maida, perché da quasi due anni anche qui non c'è un medico a bordo e inoltre si tratta di una postazione strategica, a ridosso di Lamezia Terme, a pochi passi da un centro commerciale frequentato da molta gente e che copre un’area molto ampia, penso a tutti i comuni dell'entroterra, San Pietro a Maida, Jacurso, Curinga".
"E’ come se, di fatto fosse una seconda postazione della città di Lamezia Terme. Pertanto, se si verifica un caso grave come quello dell'altro giorno, avere un medico a bordo anche nella postazione 118 di Maida diventa fondamentale. In qualità di sindaco continuamente ho manifestato questa mancanza e questa necessità, ma al momento, nonostante le tante promesse ancora non si è concretizzato nulla: si continua a programmare in maniera ragionieristica sulla pelle dei cittadini e questa impostazione depotenzia il servizio per tutto il comprensorio. Servirebbe subito un tavolo di concertazione con l’Asp e la nuova dirigenza - conclude - per definire un percorso risolutivo e che ascolti le reali esigenze del territorio e dei comuni, prima di raccontare del dolore di altri casi in cui non è stato possibile arrivare per tempo a salvare una vita umana”.
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