La dirigente reggina racconta la straordinaria avventura in Eurocup e una stagione che ha superato ogni aspettativa. “Siamo distrutti, ma fieri. Questo è solo l’inizio.”
Di ritorno da Yalova, in Turchia, Amelia Cugliandro sorride con la stanchezza e la soddisfazione di chi ha appena vissuto qualcosa di straordinario. “Sono felice, orgogliosa… e distrutta. Ma questa Eurocup, per noi, è come se l’avessimo vinta davvero.” Parole che sintetizzano tre giorni intensi, fatti di sacrificio, adrenalina e cuore. Parole che raccontano una stagione che ha segnato un punto di svolta per la Reggio Bic e per tutto il movimento del basket in carrozzina calabrese.
Una stagione iniziata con un sogno, finita con una finale europea
“Il nostro sogno era accedere ai playoff, la realtà è stata molto di più: semifinali scudetto, semifinali di Coppa Italia, e quella che doveva essere una semifinale di Eurocup si è trasformata in una finale.” Cugliandro ripercorre con emozione ogni tappa: dalla qualificazione alla Coppa Italia raggiunta a dicembre, al successo nell’organizzazione del girone di qualificazione europeo proprio a Reggio Calabria, passando per la storica finale in Turchia. “Non abbiamo alzato il trofeo più alto, ma abbiamo dimostrato di meritare tutto. È il frutto di una semina iniziata anni fa.”
Un percorso costruito giorno dopo giorno
“Questa è una squadra giovane, una società giovane, con appena nove anni di vita,” ricorda Cugliandro. “Siamo entrati nel panorama nazionale subito dopo il Covid, in un campionato dove militavano giganti storici. Ma con umiltà, lavoro quotidiano e tanto sudore, abbiamo scalato i gradini della competitività. Nessun risultato è piovuto dal cielo: ce lo siamo guadagnati.”
E anche se la stagione ufficiale è finita, il lavoro continua. “Ora riprende la parte più difficile: pianificare, cercare sponsor, costruire il nuovo roster. È ora che si decide il futuro. Non a settembre, ma adesso. Chi vuole sostenere un progetto vincente come il nostro deve farlo ora, quando si gettano le basi per continuare a crescere.”
I ricordi nel cuore: famiglia, squadra, Calabria
Alla domanda sul ricordo più bello della stagione, Amelia si ferma un attimo. “Ne ho due nel cuore. La dedica a mio padre per la qualificazione all’Eurocup, e il fatto di aver portato mia madre con me a Yalova. Purtroppo non siamo riuscite a fermarci a Istanbul, ma ci siamo promesse che ci torneremo insieme.”
E poi c’è l’orgoglio familiare: “Sono felice per me, per Ilaria, per mio fratello che è anche il coach. Ognuno ha fatto sacrifici enormi. Ma sapere che un allenatore può dire ‘La mia squadra ha vinto’, beh, è il massimo. Se lo merita. Bravo coach!”
Una vittoria che va oltre il parquet
“Non ha vinto solo Reggio Calabria,” sottolinea con forza Cugliandro. “Ha vinto la Calabria intera. La Reggio Bic ha portato in alto il nome della Regione, ha rappresentato la Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina. E lo dico da delegato Fipic Calabria: è una vittoria condivisa, sentita da tutte le squadre della Serie A e anche della Serie B. Lo abbiamo percepito dagli innumerevoli messaggi, sia pubblici che privati, che sono arrivati. Le emozioni più vere, più intense.”
La stagione della Reggio Bic non è stata soltanto una lunga serie di successi sportivi, ma un’avventura umana e collettiva. È stata la conferma che la passione, il sacrificio e la determinazione possono portare una piccola realtà del Sud Italia a competere con le migliori d’Europa. E come dice Amelia: “Non è finita qui.”
Perché quando si semina bene, il raccolto non smette mai di sorprenderci.
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