I Sindaci del Reventino sul piede di guerra contro ANAS per l’inadeguata soluzione progettuale decisa sulla loro pelle a loro insaputa.
Indignazione e contrarietà, sono queste le risultanze di ben 2 riunioni tenutesi a Tiriolo il 16.12.2021 e il 15.01.2022 tra i Sindaci del Reventino (area maggiormente penalizzata) e il Sindaco di Tiriolo che ha voluto condividere la corrispondenza con ANAS.
Nella riunione del 16.12.2021, il Sindaco di Tiriolo, consapevole della delicatezza e dell’importanza dell’argomento da trattare, aveva coinvolto i colleghi Sindaci dei paesi penalizzati dalla viabilità di che trattasi, e dopo un adeguato confronto, si era espresso con parere di diniego con nota n. 9360 del 24.12.2021.
Di seguito ANAS ha inviato una nota prot. n. 14030 del 12.01.2022 con la quale oltre a contestare il diniego del comune di Tiriolo con motivazioni del tutto irricevibili e irrispettose delle migliaia di cittadini che usufruiscono dell’irrinunciabile arteria conclude con una richiesta di incontro per una eventuale discussione sull’argomento.
All’ultima riunione, quella del 15.01.2022, hanno partecipato i Sindaci di Soveria Mannelli, Serrastretta, San Pietro Apostolo, Carlopoli e Cicala, quest’ultimo anche in veste di Consigliere Provinciale, per discutere della soluzione progettuale esecutiva presentata da ANAS al Comune di Tiriolo, quale Ente territoriale in cui ricade l’intervento.
I convenuti, dopo ampia e approfondita discussione sia tecnica che politica, si sono detti unanimemente e fermamente contrari all’arrogante proposta progettuale esecutiva che ANAS ha presentato senza alcuna preventiva condivisione o eventuali soluzioni su cui discutere e confrontarsi circa i benefici finali alla circolazione che al grosso e non affrontato problema principale della viabilità alternativa durante l’esecuzione dei lavori.
I Sindaci, anche alla luce di quanto sopra e della ultima nota ANAS, aderiscono all’invito della stessa società solo al fine di addivenire ad una soluzione progettuale condivisa che non può prescindere da una viabilità alternativa nella contemporaneità dell’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza dell’attuale tracciato, nella consapevolezza che non può essere certo un ipotetico limite economico quello a base della negazione del diritto ad una mobilità da paese civile che possa garantire la pubblica incolumità per quanto attiene il diritto alla salute di cui decine di migliaia di abitanti verrebbero privati.
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