Anche a Squillace diatriba sugli scuolabus. Tra Corte dei conti e autonomia comunale, chi paga?

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Un’ immagine di scuolabus
  09 novembre 2019 18:50

di PAOLO CRISTOFARO

Anche a Squillace, nel catanzarese, si accende la polemica - che da tempo ha assunto connotati nazionali - sul servizio scuolabus. Navigando sul web, infatti, si trovano facilmente notizie relative ad alcuni comuni italiani che, dopo l'annuncio di qualche mese della Corte dei conti - che identificava negli utenti i responsabili  esclusivi del pagamento totale della quota prevista per il servizio - avevano chiesto, invece, in base alle loro possibilità economiche, di offrire gratuitamente (o con riduzioni più o meno ampie sul ticket) il servizio di trasporto per gli studenti delle scuole comunali. Il primo caso era stato quello del Comune di Novara. 

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A Squillace, attualmente, su due scuolabus comunali disponibili, ne cammina uno soltanto, che il primo cittadino, Pasquale Muccari, ha deciso di mettere a disposizione soltanto degli studenti di Fiasco Baldaia, i più lontani dalle sedi scolastiche. Alcuni genitori - del borgo e della frazione Lido - invece protestano, chiedendo l'attivazione del servizio anche dell'altro scuolabus. Chi ha ragione? Chi decide? E chi dovrebbe pagare? Per rispondere a queste domande, bisogna ricostruire quanto avvenuto, in termini normativi, il mese scorso. 

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Viste le richieste di molti comuni - come quello di Novara ad esempio - e dopo le pressioni dell'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e dell'UNCEM (Unione Nazionale Comuni Enti Montani), la ad ottobre scorso la Corte dei conti ha fatto un moderato dietrofront rispetto a quanto stabilito in precedenza. La Corte, in una nota diffusa dal proprio ufficio stampa in data 18/10/2019, ha stabilito che: "Gli Enti locali, nell’ambito della propria autonomia finanziaria e nel rispetto degli equilibri di bilancio, quali declinati dalla legge di bilancio 2019, nonché della clausola d’invarianza finanziaria, possono dare copertura finanziaria al servizio di trasporto scolastico anche con risorse proprie, con corrispondente minor aggravio a carico dell’utenza" è scritto testualmente.

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La Sezione delle Autonomie ha, inoltre, precisato che: "Nel rispetto di questi principi, laddove l’Ente ne ravvisi la necessità motivata dalla sussistenza di un rilevante e preminente interesse pubblico oppure il servizio debba essere erogato nei confronti di categorie di utenti particolarmente deboli e/o disagiati, la quota di partecipazione diretta dovuta dai soggetti beneficiari per la fruizione del servizio può anche essere inferiore ai costi sostenuti dall’amministrazione per l’erogazione dello stesso, o nulla o di modica entità, purché individuata attraverso meccanismi, previamente definiti, di gradazione della contribuzione degli utenti in conseguenza delle diverse situazioni economiche in cui gli stessi versano". 

In pratica la Corte ha dato una certa autonomia decisionale ai comuni, che possono dunque, in base a parametri definiti, scegliere come procedere. Ma la Corte ha parlato chiaramente di salvaguardia degli equilibri finanziari. Il Comune di Squillace, come è noto, non naviga in buone acque da anni. Alle nostre richieste circa la vicenda scuolabus - date anche le proteste di alcuni genitori che richiedevano l'attivazione del servizio - il sindaco Muccari ha appunto sottolineato che, data la situazione finanziaria, il Comune non può - come stabilito dalla Corte - mettere ulteriormente a rischio l'equilibrio di bilancio, fornendo ulteriori servizi che necessitano di coperture.

"Ci sarebbe da pagare il servizio scuolabus, gli accompagnatori e l'autista per l'altro mezzo. Non siamo nelle condizioni di farlo, al momento, in vista anche, prossimamente, della drastica riduzione del personale" ha spiegato. "Inoltre non sussistono le condizioni di estrema necessità, dato che il servizio del secondo scuolabus andrebbe a servire pochissimi utenti e, oltretutto, molti dei quali residenti nelle immediate vicinanze degli istituti scolastici."

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