Dopo la giustizia penale arriva anche quella amministrativa. Il Consiglio di Stato ha cassato la precedente sentenza del Tar e di conseguenza ha annullato il decreto del commissario ad acta di revoca dell'autorizzazione e accreditamento della struttura 'La Chimera' di Locri. La struttura psichiatrica chiusa circa due anni fa a seguito di un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza e da una successiva ispezione dei Nas, non solo è stata posta ai margini del servizio sanitario regionale ma ha dovuto licenziare decine e decine di dipendenti. Ingiustamente, evidentemente.
Dopo che il gup di Locri ha scagionato dalle accuse Maria Dichiera, presidente de 'La Chimera', oggi è arrivata il dispositivo del Consiglio di Stato che sterilizza anche gli effetti amministrativi dell'infausta vicenda. Il provvedimento contestato è quello appunto che ha tolto alla struttura l'autorizzazione e l'accreditamento (il n. 159 del 2 agosto 2018) che "risulta carente sotto il profilo motivazionale ed istruttorio. Sicché - si legge nel dispositivo- le lacune istruttorie da parte degli organi competenti agli
accertamenti ed ai pareri si riverberano sulla legittimità del provvedimento finale. Per quanto concerne le irregolarità rilevate dai NAS, oggetto della prima contestazione, risulta dalla documentazione agli atti che la Struttura aveva prontamente avviato gli adeguamenti. Ciò è ulteriormente confermato dall’ultima verifica assunta in giudizio, che ha attestato la sostanziale idoneità degli ambienti. Sotto altro profilo, la motivazione del provvedimento di revoca emersa in sede giudiziaria ed attinente al superamento del limite di pazienti, ospitati non appare idoneamente verificata e motivata in sede procedimentale, soprattutto con
riferimento alla necessità di ottemperare gli ordini giudiziari". In sostanza sia dal punto di vista penale che dal punto di vista amministrativo, la Chimera non doveva essere chiusa. Il commissario ad acta è stato condannato al pagamento di 3 mila euro.
Il vicepresidente de 'La Chimera' Giuseppe Zurzolo, subito dopo il deposito della sentenza del Consiglio di Stato, non ha perso tempo è ha scritto ai vertici della sanità regionale e delle Asp. Se entro due settimane non ci saranno novità "sarà informata la Procura della Repubblica di ogni provincia e/o distretto di zona del reato di omissione d'atti d'ufficio ed abuso d'ufficio. In quanto ad oggi vantiamo 1 milione e 250 mila euro circa, somme destinate alla liquidazione delle buste paghe di 35 ex dipendenti e dei loro relativi contributi". Dopo l'onta delle accuse è il momento della rivincita. (g.r.)
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736