di ANDREANA ILLIANO
«Quanti bilanci ho firmato. E’ l’atto più complesso per un Comune, un sindaco si affida ai dirigenti», lo dice Michele Emiliano, uom di sinistra governatore della Puglia, ex magistrato alla presentazione del libro di Giuseppe Scopelliti, uomo di destra, ex governatore, condannato a una pena detentiva (ormai scontata) per falso ideologico, per aver firmato un bilancio da sindaco di Reggio. Come lo hanno firmato centinaia di altri sindaci d’Italia, anch’essi indagati (quando si è ipotizzato un falso), condannati in primo grado e poi assolti. Non a Reggio.
E’ da qui che a Bari, ieri sera alla Fondazione Tatarella, è nato un dibattito complesso sulla riforma della giustizia, seduti a un solo tavolo Filippo Bottalico, associato di diritto penale, Salvatore D’Aluiso, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, Fabrizio Tatarella, Fondazione Tatarella, Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia e poi Gianfranco Fini, già presidente della Camera dei deputati (a moderare il dibattito, Michele De Feudis, giornalista) e infine le associazioni Giorgio Campanale, rappresentante Universo, Sergio Fanelli, Stella del sud.
La volontà di esserci di Emiliano alla presentazione del libro di Giuseppe Scopelliti “Io sono libero” è un atto di rispetto ma potremo dire anche un riconoscimento all’onore. O meglio l’ex magistrato (uno che capisce di processi) ma che pure è un politico (già sindaco di Bari e poi governatore per la seconda volta) sa che cosa accade quando si governa e sa anche di giurisprudenza. Emiliano è un uomo di sinistra. E’ un presidente regionale in carica. E’ sulla cresta dell’onda, eppure è presente in un ambiente politicamente non amico.
Possono esserci però confronti aperti, civili su tematiche importanti. Quello di ieri era un tema spinoso. Scopelliti non si presenta da vittima, si presenta come chi ha dubbi. Perché se a Reggio Calabria per falso ideologico lui è stato condannato in via definitiva, a Messina, a Taranto, in altre centinaia di altre città di Italia i sindaci con lo stesso capo di imputazione si sono ritrovati tutti assolti magari in secondo grado, quando si evidenziava che a fare fattivamente un bilancio è un tecnico, non un politico. E qui che ci sono dubbi. Come è possibile che in quel processo chi ha indagato si sia ritrovato poi a giudicare (tutto legittimamente). E’ qui che occorre una riforma della giustizia, lo dice a gran voce il viceministro Sisto, a Bari. Lo ribadisce Gianfranco Fini.
Ciò che Emiliano non sa è che in quella intrigata vicenda giudiziaria di Reggio una dirigente Orsola Fallara, proprio quella al Bilancio, confessò in una conferenza stampa diventata un video (che ancora gira sul web) che era tutta sua la colpa di ciò che sarebbe dovuto accadere (in quel momento non si ebbe prontezza) e che chiedeva scusa a Scopelliti, solo che dopo poco si suicidò. Quell’atto, quel video non è mai stato accolto come prova al processo di Scopelliti, accusato e condannato per falso ideologico per aver firmato un bilancio comunale.
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