di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Ancora nulla di fatto Vivarini e il Catanzaro. Oggi pomeriggio si sarebbe dovuto tenere un incontro tra la proprietà, il tecnico e lo staff, ma poi non si è tenuto per motivi ancora da verificare.
Si va avanti così da giorni, tra ipotesi più o meno credibili e attese snervanti, in attesa di una soluzione concreta che possa definire l’organigramma.
Il tempo passa e il Catanzaro non ha ancora un allenatore o meglio ce l’ha e si chiama Vivarini, ma a quanto pare non sarà lui. Tutto, salvo colpi di scena, pare andare in questa direzione.
Il presidente Noto, secondo fonti di corridoio, non intende proprio lasciarla passare al tecnico di Ari reo, secondo lui, di aver manifestato la volontà di voler cambiare aria, nonostante un altro anno di contratto.
Volontà che, sempre secondo fonti non ufficiali, non troverebbe la conferma dal tecnico di Ari a cui nel frattempo viene imposto il silenzio stampa dalla società.
Ma le notizie che filtrano attraverso alcuni canali dell’informazione dopo l’unico incontro consumato tra le parti mettono al muro il tecnico di Ari accusato di "alto tradimento". In pochi giorni Vivarini passa dall’uomo dei miracoli al nemico di turno.
La piazza è incredula ma gli eventi si susseguono. L’entusiasmo scema rapidamente in un’operazione piazza pulita che lascia un po’ tutti di stucco ma non la proprietà convinta di dover mettere fine ad un ciclo in nome di un nuovo progetto.
La verità probabilmente sta nel mezzo. Ambizioni diverse, vedute differenti tra un tecnico che dopo una stagione incredibile probabilmente voleva maggiore sostegno per ambire alla promozione in Serie A e magari riprovarci nella prossima stagione e una proprietà che invece voleva e vuole andarci piano ed evitare il passo più lungo della gamba.
Siamo sempre nel regno delle ipotesi, visto che la società non ha mai detto la sua sulla vicenda, ma la sostanza è questa.
La stagione termina a Cremona dopo una sconfitta meritata e un tecnico stanco e provato che non vuole parlare di futuro.
Qualche tempo dopo il patron delle Aquile in una lunga intervista a La Nuova Calabria ribadisce il rispetto dei contratti da parte di tutti.
Qualche giorno più tardi, il ds Magalini e il tecnico Vivarini, nel corso di incontri separati, avrebbero manifestato le loro idee e la voglia di andar via.
Delusione? sirene più allettanti? Tutto può essere ma la realtà è che probabilmente qualcosa si è rotto e non si può più tornare indietro.
Noto non la prende affatto bene e da buon imprenditore non si arrende.
Pochi giorni dopo, il ds Magalini risolve pacificamente col Catanzaro e va a Bari, mentre il tecnico Vivarini non molla e attende l’evolversi degli eventi in attesa di chiamate.
Il patron potrebbe esonerarlo ma non lo fa perché significherebbe pagarlo a vuoto e pretende che qualcuno paghi il prezzo della risoluzione, ma non c’è nessuno a farlo, neppure un club come il Frosinone che lo segue da tempo. Vivarini non si dimette perché significherebbe perdere tutto.
Si va avanti così per giorni e intanto arrivano il dg Paolo Morganti e il ds Ciro Polito, mentre si rimbalzano i nomi di allenatori tra cui quello più atteso: Aquilani che a quanto pare osserva, riflette e va via.
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