Andrea Arru conquista Soverato: al Magna Graecia School un incontro tra cinema ed emozioni

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Andrea Arru durante l’intervista (ph. C. Nifosi)
  29 maggio 2025 16:26

di FILIPPO COPPOLETTA

Un’accoglienza calorosa e un’atmosfera carica di entusiasmo hanno fatto da cornice all’incontro tenutosi questa mattina al Supercinema di Soverato, nell’ambito del Magna Graecia School, il progetto di Gianvito e Alessandro Casadonte che porta il grande schermo tra i banchi di scuola e i giovani spettatori dentro il cuore del cinema. Protagonista dell’evento è stato il giovane attore Andrea Arru, che ha incontrato gli studenti dopo la proiezione del film “Il ragazzo con i pantaloni rosa”, pellicola di successo e di grande valore sociale, che affronta con sensibilità temi come l’identità, il bullismo e l’accettazione.

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A margine dell’incontro, Andrea ha rilasciato un’intervista esclusiva a La Nuova Calabria, durante la quale si è raccontato con spontaneità, profondità e grande maturità.

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Gia stato in Calabria diversi anni fa, tra i monti della Sila, per le riprese del film “Il migliore dei mali”, nel corso dell’intervista, il giovane attore ha ripercorso le tappe principali della sua carriera, dagli esordi nella moda – a soli otto anni era già testimonial per Armani – alla decisione di seguire la strada della recitazione, sua vera passione: «Se devo scegliere, scelgo di fare l’attore. Anche se la moda è stata il mio trampolino e continuo a portarla con me».

Non è mancato un momento di leggerezza, quando gli è stato chiesto se preferirebbe partecipare al Met Gala o girare un film con Tim Burton: «Tim Burton, tutta la vita», ha risposto deciso, rivelando di aver avuto anche l’onore di incontrarlo al Festival del Cinema di Roma. 

Andrea ha poi parlato dei suoi modelli di riferimento: «Robin Williams è il mio preferito in assoluto. Ma se parliamo di carriera, mi ispiro molto a Brad Pitt». E proprio parlando di Brad Pitt, è arrivata la riflessione su quanto la bellezza possa incidere sul percorso artistico: «Sicuramente aiuta, inutile negarlo. Ma senza sacrificio e determinazione non vai da nessuna parte».

Un momento toccante è stato quello in cui ha raccontato il suo vissuto personale legato al bullismo: «Non sono mai stato un bullo, ma ho imparato a reagire. Quando capiscono che non sei il bersaglio giusto, smettono. È stato il mio modo per uscirne».

Tornando al film del giorno, “Il ragazzo con i pantaloni rosa”, Arru ha sottolineato l’importanza di veicolare messaggi significativi attraverso il cinema: «Per me è fondamentale. Quando un film con un messaggio forte riesce ad arrivare al pubblico, sono ancora più contento».

Infine, qualche accenno ai progetti futuri, pur mantenendo un po’ di riserbo: «Il mio agente oggi è distratto, quindi non posso chiedergli cosa posso svelare… però qualcosa bolle in pentola. E sì, si parla anche di Cesaroni».

L’incontro al Supercinema ha dimostrato quanto il dialogo tra i giovani e i protagonisti del cinema possa essere ricco di stimoli, emozioni e spunti di riflessione. Andrea Arru ha lasciato Soverato portando con sé l’affetto degli studenti e lasciando, a sua volta, un segno profondo di autenticità e ispirazione.

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