di FRANCESCO IULIANO
“Sono stati 12 anni lunghissimi, a tratti complessi, perché molte modifiche sono state registrate nel carcere di Catanzaro: l’apertura di un nuovo padiglione, la chiusura degli Opg che ha, ovviamente, creato il problema della gestione dei detenuti psichiatrici in carcere. Molte, però, sono state anche le attività positive: abbiamo aperto al territorio grazie anche alla stampa che ci ha sempre dato uno spazio per far conoscere le iniziative positive che sono state poste in essere, quindi i laboratori, le varie attività, l’università, le scuole, l'apertura alla città. A questo proposito oggi ho voluto vicino a me le autorità cittadine perché sono riusciti a far sentire il carcere parte integrante del territorio. Senza tutta questa collaborazione, questa rete che è stata messa in piedi, nessun risultato sarebbe stato possibile raggiungere”.
C’è commozione mista a soddisfazione nelle parole della direttrice della Casa circondariale di Catanzaro, Angela Paravati, in occasione della cerimonia di commiato allestita negli spazi esterni dell’Istituto. Una cerimonia alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni locali, della magistratura, della Chiesa, militari, delle Forze di polizia e della politica. Erano presenti, tra gli altri, la senatrice Silvia Vono, la deputata Wanda Ferro, il senatore Giuseppe Auddino, monsignore Claudio Maniago, il presidente del Tribunale di Catanzaro Rodolfo Palermo, i magistrati di sorveglianza Angela Cerra ed Antonella Galati.
Angela Paravati lascia l’incarico dopo 12 anni di servizio presso l’Istituto cittadino. Per lei, è pronto un nuovo incarico nella sede del Dipartimento regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap).
Nel ripercorrere quanto è stato fatto in più di un decennio di direzione del Carcere, Angela Paravati ha ricordato anche quello che non si è riusciti a realizzare. “ Abbiamo fatto davvero tanto in questi anni - ha aggiunto - ma consideriamo che siamo stati fermi per circa tre anni a causa dell’emergenza Covid. Tre anni che siamo rimasti fermi nel voler realizzare quelli che erano le nostre progettualità che, comunque, mi auguro che vengano riprese. Penso, per esempio, alla nostra pasticceria - già operativa con le commesse all'esterno - ma che è stata rallentata a causa della pandemia E mi sarebbe piaciuto lasciare l'Istituto adeguato, in tutta la sua totalità, con quanto disposto dal Decreto del presidente della repubblica, numero 230 del 2000, che prevede servizi igienici adeguati, comprese le docce, in tutte le celle”.
Tanti gli obiettivi raggiunti, dunque, ma anche qualcuno che è rimasto indietro. Ma, al di là delle cose fatte e non fatte, ad Angela Paravati, della sua esperienza da direttrice della Casa circondariale, rimane qualcosa che non potrà condividere con gli altri. “Di questi 12 anni, mi porto dietro un carico di umanità sia da parte dei detenuti che del personale. Ho voluto salutare i detenuti personalmente. Ho scelto di farlo ed ho ricevuto la loro approvazione con un applauso, che non è un gesto affatto scontato da parte dei detenuti. Con loro c’è sempre stato un dialogo aperto che, in alcuni casi, è servito anche per evitare che alcune situazioni degenerassero”.
L’ultimo pensiero della direttrice va per il personale della Polizia penitenziaria e per gli educatori. “Due figure importanti, che hanno sofferto e soffrono del problema della mancanza di personale, mai che nonostante questo, hanno sempre saputo ascoltare i bisogni dei detenuti, soprattutto nei momenti di maggiore criticità. AMi auguro che il il nuovo direttore - ma di questo ne sono convinta - riuscirà a dare ascolto a tutte le istanza che io, per distrazione o per mancanza di tempo, non ho fatto”.
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