di MARIA PRIMERANO
Annalisa Favetti, romana, attrice, sarà venerdì sera a Catanzaro - Teatro Comunale ore 21.00, stagione Ama Calabria - con lo spettacolo teatrale “L’ombra di Toto”, di Emilia Costantini, interprete assieme a Yari Gugliucci e Vera Dragone.
La sentiamo telefonicamente prima del suo arrivo. Attrice dal sorriso che rende complici, Lei ha iniziato giovanissima la sua esperienza teatrale divertendosi a recitare nel salone della sua casa assieme ai suoi genitori. Un inizio lontano che ha dato ottimi frutti culminando a diciotto anni nella frequentazione de il laboratorio di esercitazioni sceniche diretto da Gigi Proietti, biglietto da visita importantissimo per la sua carriera che Le ha permesso di recitare per il cinema, la televisione, il teatro.
Intanto qual è il ricordo più bello che ha di Gigi Proietti? Ci racconti qualche episodio.
"Gigi Proietti è stato un Maestro meraviglioso. Io dico che non è morto e non morirà mai. Gigi è immortale. Importantissimo per la mia formazione. Ero piccola quando frequentavo il suo laboratorio ed è stato fondamentale per la mia crescita artistica. Avevo fatto teatro nel salotto di casa ma quando sono arrivata da lui è come se mi avesse rigirata come un calzino nel senso che mi ha impostata tecnicamente, mi ha fatto crescere e poi mi dato la consapevolezza di andare e stare in scena. Noi allievi lo spiavamo da dietro le quinte per impossessarci della sua tecnica quando stava da solo, per vedere cosa e come tecnicamente facesse. Era una persona estremamente calma nello spiegare le cose. Mai arrabbiato. Era un meraviglioso attore comico e drammatico insieme, come è giusto che sia, perché l’attore deve fare uscire da sé il comico e il drammatico. Era un attore umile, anche insicuro: ogni volta, prima che iniziasse lo spettacolo, dietro le quinte ci chiedeva: “Ma c’è gente?” e quando lo spettacolo finiva: “Ma come ho recitato? Ma sono il numero uno? Vero?” Come se avesse bisogno di essere rassicurato. Aveva delle idee straordinarie, l’immaginazione era meravigliosa. Ci diceva, poi, che l’attore deve sapere aspettare nella carriera perché i momenti giusti arrivano sempre. E’ stato, dunque, il mio incontro fondamentale per il teatro".
Nel tempo ha lavorato con Alberto Sordi nel film “Nestore L’ultima corsa”. Qual è il ricordo più bello che ha con lui? Anche in questo caso ci racconti qualche episodio.
"Alberto Sordi è stato per me il corrispettivo di Gigi Proietti nel cinema. Un incontro importante. Io ero solo una bambina e lui all’ultimo film. Era un grande signore. Tenerissimo, mi dava i buffetti sulle guance e mi incoraggiava dicendomi: “Brava, brava”. Un saggio, che saltava a 73 anni la staccionata come un ragazzino".
Leggendo la sua biografia emergono tantissimi nomi di attori suoi compagni di viaggio nell’arte: come Alessandro Benvenuti, sia in teatro sia al cinema, Alessandro Gassman e Beppe Fiorello nel “Delitto per Delitto”, Mario Scaccia, A. Zucchi, Pino Ammendola, Michele Placido. Ha lavorato nella commedia musicale “Il marchese del grillo” con Enzo Garinei e Carlo Croccolo. E’ stata una psicopatica innamorata nella fiction Rai “Un Posto Al Sole”, fiction con cui ha avuto una grossa visibilità. Ha vinto il premio “Vincenzo Crocitti” in Campidoglio. L’abbiamo vista pubblicizzare in televisione il panettone Motta in uno spot pubblicitario.
Dunque, ha al suo attivo molte e varie esperienze lavorative.
"Ultimamente ha portato in scena lo spettacolo “Lady D”, diretto da Pino Ammendola, interpretando il ruolo di Lady Diana".
Ma tra i vari tipi caratteriali di donne interpretate, quale quello che Le si addice di più?
"Mi si addicono le donne a seconda delle varie stagioni della vita. All’inizio tante svampite e ruoli comici - brillanti. La dose follia rimane sempre presente, ma con l’età cresce la consapevolezza, quindi cerco anche i ruoli drammatici - malinconici. Come in “Totò l’ultima ombra”. L’attore deve sfoderare qualsiasi sfumatura, qualsiasi lato del carattere deve venire fuori, deve venire fuori il bambino e l’adulto".
Ma c’è ancora un sogno nel cassetto?
"Il cinema, quello sì".
Cosa non rifarebbe nella sua vita?
"Non rinnego nessuno spettacolo. Rifarei tutto".
Tra cinema, teatro, televisione, cosa Le dà più soddisfazione?
"Sicuramente il teatro. Comprende tutto".
Crede nel teatro terapia?
"Si, molto. Ho insegnato a persone disabili e ho potuto accertare quanto l’arte sia terapeutica. Oggi ho due laboratori teatrali. L’insegnamento mi ha dato tanto come attrice e regista dei saggi con i miei allievi e posso constatare quanto l’arte faccia bene anche alle persone normali".
E’ la prima volta che scende in Calabria?
"Sono stata in Calabria altre volte come con Alessandro Benvenuti in “Delitto per Delitto”. Il Sud è meraviglioso come la sua gente. Mi ha toccata molto quanto successo a Cutro. Non si può morire così. La gente comune del luogo è stata meravigliosa nei soccorsi".
Come ha impiegato il tempo durante il lockdown?
"Studiando e insegnando on line. Mi sono applicata soprattutto al mio Lady D".
Il ruolo cui è più legata?
"Lady D è nel mio cuore in quanto scritto da me. Un lavoro al quale tengo tanto. Ma ora il mio cuore batte per la protagonista dello spettacolo “L’ombra di Totò”, la giornalista de Il Mattino di Napoli, Rosa Spatafora, che intervista l’ombra di Totò, Dino Valdi, (al secolo Osvaldo Natale), sua controfigura, che sostenne, segui’ e sostituì il grande attore soprattutto quando divenne completamente cieco. Uno spettacolo molto elegante, bello, scritto da Emilia Costantini e adattato da Stefano Reali, che mi vede assieme a Vera Dragone e Yari Gugliucci".
Dunque, non ci resta che salutarci e darci appuntamento a venerdì ore 21.00, Teatro Comunale, Catanzaro, per ascoltarla e vederla dal vivo in “L’ombra di Toto”. Grazie ad Annalisa Favetti.
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