La definizione di solidarietà ci dice che: “la Solidarietà è un sentimento di fratellanza e mutuo sostegno che emerge dalla consapevolezza di appartenere ad una grande comunità. Essa si esprime in un comportamento altruistico, volto ad aiutare chi ne ha più bisogno e adoperarsi per il bene degli altri.”
La solidarietà è anche un principio riconosciuto dall’ordinamento giuridico e dalla Costituzione che all’art.2 afferma: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni Sociali ove svolge la sua personalità, e richiede l’adempimenti dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Se oggi le disuguaglianze persistono, i poveri aumentano in continuazione, tanti vivono ai margini, è l’intera comunità ad essere impoverita, se una parte della collettività fa fatica, la collettività nel suo complesso ne risente. Se una parte del corpo è malata, tutto l’organismo risulta colpito.
Solo avendo cura e rispetto di ogni parte, solo attraverso una cultura di reciprocità e di responsabilità possiamo aiutare il corpo intero a guarire, tutta la città a migliorare, ogni persona a rialzarsi e la ferita comune a ricucirsi.
È per questo che noi di Anteas siamo in campo. E noi siamo e vogliamo continuare ad esserci per imparare assieme a riconoscere i diritti e a chiamare per nome i tanti che sulla strada arrancano, avvolti dall’incertezza e dall’insicurezza, della paura e del bisogno, della solitudine e dello smarrimento.
Questo è il nostro credo, la nostra visione, il nostro orizzonte sociale nella piena consapevolezza che la Solidarietà da solo non basta, se essa non è improntata alla relazione, all’orizzontalità, al riconoscimento e rispetto dell’altro, chiunque esso sia e qualunque cosa abbia fatto.
Non ci può essere solidarietà, non si promuove autentica giustizia se si sta sempre a lamentarsi alimentando un’insensata barriera tra sé e l’altro. E neppure se non si capisce a fondo che occorre ragionare anche sulle cause che producono povertà e sofferenze, ingiustizie e disparità, carente partecipazione civica e sfiducia nelle istituzioni.
Sono convinto che, se vogliamo veramente interpretare la funzione della definizione di Solidarietà, dobbiamo impegnarci di più nell’azione del fare, saper fare e far sapere restituendo di fatto valore e ruolo politico al termine originario pensato dai padri costituenti a sostegno dei senza voce e alla legittima rivendicazione della mancanza di spazi esistenti nella comunità, nella ricerca urgente della pace e nella affannosa costruzione della democrazia compiuta per tutti.
Lo scrive Cataldo Francesco Nigro, Anteas San Paolo Crotone.
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