di GIANPIERO TAVERNITI
"Non siamo in Germania o in qualche museo della tipografia, bensì siamo nel cuore di Catanzaro, in quei vicoli, dove un tempo, nel capoluogo di regione, c’era vita, c’era commercio, c’erano attività e botteghe artigiane, che portavano economia capillarmente in città e non solo. Una di questi, è la tipografia del signor Gianfranco Cristiano, che gestisce dal 1993, dopo aver fatto l’apprendista da ragazzo ed aver imparato l’arte di tipografo.
Da mezzo secolo che funziona, stampando su carta, storie di cittadini, documenti, locandine e tesi lauree magistralmente e manualmente rilegate, inviti e tantissimi prodotti che negli anni precedenti erano molto più diffusi e usati. La digitalizzazione e la modernità, sono gocce di efficienza, celerità, democrazia e notevole taglio di tempo con maggiori produzioni, ma allo stesso tempo anche di taglio di persone che un tempo lavoravano in questi i piccoli centri e nelle grandi città di Calabria. Le moderne stamperie si rapportano alle vecchie tipografie, che sono mari di storia, inventiva, passione e strumento di sette secoli di democrazia, che hanno stampato pagine belle e brutte della storia calabrese, ma sempre in movimento con l’invenzione della stampa a caratteri mobili del tedesco Johannes Gutenberg.
Caratteri mobili e mani sporche di inchiostro democratico, nel lavoro certosino e di precisione millimetrica, con distanziali, nelle varie composizioni dei testi, nel mix che è possibile comporre con i caratteri mobili e di quelli fissi, nella macchina che con minimo quattro casse di caratteri matrice in ottone, che vanno a poggiarsi su lastrine di piombo calde e conseguentemente a incidere le lettere battute sulla rumorosa tastiera. Sono rare da trovare, vederle funzionanti, ma ci sono, ne parliamo, hanno fatto la storia, sono frutto dell’inventiva di Gutenberg, che portavano a non avere prodotti di consumo, contenitori di toner in plastica. Di certo non erano stampe veloci, ma di sicuro di grande valore e pregio, il luogo simbolo di informazioni “reali”, vere, su carta, che davano negli anni l’ufficialità di comunicazioni istituzionali, oltre che giornali locali e rionali, prodotti di locandine, manifesti popolari, che un tempo erano le email e i comunicati web della gente.
Udiamo rumori, che appaiono musica di democrazia, di queste stampanti, per meglio definire “macchine da stampa”, che oggi lavorano, girano, pressano e offrono prodotti di nicchia, di qualità, frutto di passione e intrise di profumo di storia tipografica. Incontriamo qualche giovane laureato che a mattinata, va a chiedere se la propria tesi sia stata rilegata, vediamo prodotti freschi di “vintage” vero, nella modernità dell’era digitale globalizzante, che non sbiadirà l’inchiostro dei prodotti di stampa dell’inventore- orafo teutonico, che continua a battere nel cuore di Catanzaro e nel lavoro preciso, certosino e competente del catanzarese Gianfranco Cristiano. Piacevole è stato in viaggio in questa sorta di macchina del tempo, che hanno rinfrescato una nobile arte di un tempo che nonostante l’era digitale rimane viva, batte, stampa e si tinge d’inchiostro “storico” di Catanzaro".
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