di GIANPIERO TAVERNITI
Autunno inoltrato, temperature non più estive da queste parti nella presila catanzarese, cominciano a vedersi comignoli fumare e sentirsi profumi deliziosamente identitari, quelli che il Re Bosco ci regala. Dalla stagione appena passata della raccolta dei funghi, giungiamo alla vecchia tradizione della raccolta delle castagne, ci troviamo a Sersale che, unitamente ad altri centri della pre Sila catanzarese, solo per citarne qualcuno (Cerva, Petroná e Taverna), rimangono angoli "decorati" dalla cultura contadina della castagna. Attività che nei tempi passati muoveva l'economia, tenendo in questi borghi diversi giovani che preferivano rimanere in Calabria, investendo nelle attività autoctone, anziché prendere il triste treno per giungere nelle città del nord e non solo.
Sersale, borgo del catanzarese ben curato, con suggestive viuzze, diversi artigiani che lavorano legno e lo commerciano e si attivano nella produzione di prodotti tipici e identitari di Calabria. Paesino incastonato nella roccia, sulla quale troviamo una superficie importante di castagneti e noi precisamente giunti a Colle Angaro (975 metri s.l.m.) individuiamo un’importante macchia di specie autoctona, che non poteva non essere onorato di dignità al meglio, dai suoi proprietari che in questo periodo si attivano, nella raccolta del frutto boschivo, tramandando una tradizione antica. Già, la castagna, era il pane dei poveri che non solo sosteneva l'economia della civiltà contadina del periodo, ma di fatto tutelava e conservava la ricchezza del patrimonio boschivo calabrese, difendendolo da fattori esterni "umani" o naturali. Un rito profano che ha del prezioso, vedere raccogliere con grandi rastrelli, grandi quantità di ricci caduti dalle piante, vedere diverse operaie e operai, chinati a ripulire gli stessi recuperando la dea Castagna, vedere sacchi pieni di frutto del dignitoso e faticoso lavoro di raccolta, ci regala dolce dignità contadina.
Castagne autoctone, riggiole e nserte, riempiono anche cestini i vimini fatti a mano, accoppiandoli a qualche altro che profuma di qualche fungo ovulo o porcino recuperato quá e là. Raccontare questa terra ha del magico al pari della mattinata odierna ed essere venuti a questa" festa sersalese" della raccolta delle castagne, ci ha fatto vivere una Calabria di nicchia che solo questo periodo dell'anno ci regala e che come sempre accade dopo il lavoro, arriva quella imbandita tavola calabrese, arricchita di bontà e prelibatezze eno- gastronomiche di qualità che di sicuro meriterebbero una platea degustativa maggiore in Europa e non solo.
Non possiamo esimerci, nel ringraziare Tommaso (in confidenza Masino) che ci ha invitato in questa giornata magica, tra castagni quadrisecolari , in questo luogo tranquillo, paradisiaco della pre Sila catanzarese, condividendo con noi profumi e sapori autentici e identitari autunnali che questa terra ,questa zona conservano e difendono coerentemente avendone cura e allo stesso tempo regalandoci una Dolce e Pregiata Castagna di Sersale- Pre Sila Catanzarese.
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