Antonio Petrocelli e il suo "Peraspina Perapoma" al Magna Graecia Book Festival (VIDEO)

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images Antonio Petrocelli e il suo "Peraspina Perapoma" al Magna Graecia Book Festival (VIDEO)
Antonio Petrocelli
  30 luglio 2019 17:04

di PAOLO CRISTOFARO

CATANZARO LIDO -  Si intitola "Paraspina Perapoma", edito da Treditre editori, il libro che ieri, alle 19:30, è stato presentato nella seconda giornata del Magna Graecia Book Festival, presso l'Hotel "Perla del Porto" di Catanzaro Lido, dall'attore Antonio Petrocelli, impegnato in tv, al cinema e in teatro. Petrocelli ha lavorato con alcuni dei registi più noti e importanti d'Italia, ultimo tra i quali Paolo Sorrentino. A dialogare con l'autore i giornalisti Andrea di Consoli ed Edvige Vitaliano.  Petrocelli con quest'opera si cimenta nella grande avventura della poesia. "Cinema, teatro, immagine. Tutte e tre le cose hanno in comune il racconto" ha spiegato l'autore al pubblico. Se si leggono alcune bellissime scenografie di film e di teatro italiane, si scopre che c'è letteratura, che sono di per sé opere straordinarie e che non si può immaginare il mondo dello spettacolo, del teatro, della televisione, dell'immagine, senza letteratura. Questo connubio, da curioso, spinge Petrocelli a scendere in campo nel terreno della poesia. "Una scelta coraggiosa, in un modo dove, probabilmente, proprio di più poesia abbiamo bisogno" ha sottolineato la giornalista Vitaliano, conversando con l'ospite.

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Il libro di Petrocelli racconta la terra delle sue origini, la Lucania, quasi a voler ripercorrere, con una poesia nuova e vivissima, le orme degli antichi padri, dell'antica lingua e dell'antica poesia italica. E nel testo l'autore - e attore - descrive la natura, ricerca - tornando indietro a quella terra dei padri, a quella terra delle sue origini, prima della partenza a Firenze, per gli studi - una dimensione dell'anima che è presente, che non tramonta, una lingua sapienziale delle origini. L'autore cerca, unendo il racconto della terra ai versi, di interrogare la terra d'origine stessa e, forse, di interrogarsi sul senso che, per lui, possono ancora avere quelle memoria, ormai quasi oniriche, che quasi legate con un filo, uniscono i campi, le storie passate, i sentimenti e la cultura letteraria e artistica italiana.

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