Aou Mater Domini. Altri debiti, tetto del personale sforato e tassa Umg: bilancio in perdita di 72 milioni

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  16 ottobre 2021 07:15

di GABRIELE RUBINO

Nuovo anno, nuovo bilancio ma i conti rimangono in rosso. In profondo rosso. L’Aou Mater Domini ha chiuso il conto economico del 2020 con una perdita di 72,4 milioni di euro. E dire che il 2019 era stato anche peggio con il famoso buco da oltre 100 milioni causato in buona parte dalla svalutazione del credito nei confronti della fallita Fondazione Campanella, uno scossone che aveva dissestato l'intero consuntivo regionale. Ragione per cui gli occhi erano sgranati sull’ex Policlinico con sede sanitaria al campus di Germaneto a Catanzaro.

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Il primo avvertimento lo fa lo stesso commissario straordinario. Giuseppe Giuliano nella relazione di gestione puntualizza come non si può “imputare a questa direzione commissariale alcuna decisione strategica inerente alle evidenze di seguito esposte”. Il consuntivo fa riferimento all’anno 2020 e lui fa notare di essere stato nominato con il Dca dell’8 gennaio 2021. La traduzione a margine sarebbe: ‘sto scattando una fotografia su come ho trovato i conti, per le responsabilità meglio guardare ai padroni di casa precedenti’. E, come si vedrà, le punture ai predecessori non sono mancate.

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DISALLINAMENTO SUL DEBITO RESIDUO PER IL CAMBIO DEL PROGRAMMA INFORMATICO- Quali voci hanno appesantito il bilancio? Anzitutto, il disallineamento del partitario fornitori. Nella relazione di gestione viene spiegato come tutto questo si sia originato dal 2018 con il cambio del sistema gestionale che si è portato con sé “molteplici imprecisioni in termini di migrazione e transcodifica dei dati”. Il discostamento sullo stock di debito residuo vale la bellezza di oltre 19,2 milioni di euro che è stata prudenzialmente iscritta come sopravvenienza passiva. Il management non esclude di poterci recuperare qualcosa negli esercizi successivi quando ‘l’allineamento’ sarà completato o quanto meno avanzato. Un'altra cinquina di milioni saranno oggetto di verifiche, ma finiscono comunque per aggravare la perdita.

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LA TASSA UMG E LA MANCATA CONCILIAZIONE- Non poteva mancare la ‘tassa Umg’. Il conto economico del 2019 fu non solo zavorrato dal caso Fondazione Campanella ma anche dai crediti (oltre 30 milioni) vantati dall’Ateneo nei confronti dell’Aou Mater Domini su indennità assistenziali ai prof. e su bollette acqua, luce e gas di anni precedenti. Soprattutto su questo ultimo punto il tavolo ‘conciliativo’ che doveva celebrarsi al cospetto della Regione e dello stesso commissario ad acta è saltato. In questo esercizio, la ‘tassa Umg’ vale 12,3 milioni di sopravvenienza passiva per ‘la pretesa creditoria’ dell’ateneo, anche se nella relazione traspare come la partita sia tutt’altro che chiusa. Prova ne è l’incarico affidato a un perito per verificare la congruità dei consumi al campus di Germaneto a carico dell’azienda ospedaliero universitaria (che nell'ultimo dovrebbe essere di 2,7 milioni). Ma a volte si può anche risparmiare, infatti, nel documento di accompagnamento viene sottolineato come l’Aou abbia scoperto di dover applicare gli interessi legali anziché quelli moratori sui decreti ingiuntivi dell’università passando da oltre 13 milioni a poco meno di 500 mila euro.

SFORATO IL TETTO DI SPESA DEL PERSONALE- L’altra grande spina è il personale. La spesa è aumentata in un anno di 2,3 milioni ed è superiore di oltre 12 milioni rispetto al tetto di spesa del 2004. Il punto è che questo incremento non è legato alle assunzioni Covid, piuttosto come si legge nella relazione a “stabilizzazioni del personale precario, conversione di rapporti di lavoro da tempo parziale a tempo pieno, sostituzioni di personale assente e nuove assunzioni”. Inoltre, è spuntata un’altra sopravvenienza per un milione di debiti nei confronti del personale proprio per l’incremento del fondo della dirigenza e del comparto a seguito di alcune delibere “dal commissario pro tempore”, visto che si diceva delle punture ai predecessori.

Nella parte finale, Giuliano sottolinea come se si epurasse la parte finanziaria dei conti, tenendo conto della gestione caratteristica (quella banalmente ancorata alla differenza fra produzione e costi) la perdita sarebbe non di oltre settanta milioni ma di 21,7.

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