Architetti in rivolta. Macrì e Corapi: "Stiamo uccidendo il lavoro con il sostegno dell’apparato burocratico"

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images Architetti in rivolta. Macrì e Corapi: "Stiamo uccidendo il lavoro con il sostegno dell’apparato burocratico"
Il coordinatore provinciale della Lega Pino Macrì
  14 novembre 2020 20:34

"Dopo anni ed anni spesi a leggere i migliori romanzi noir, di colpo scopriamo come il vero delitto perfetto si stia serenamente perpetrando sull’intera scala regionale, senza armi, senza necessità di crearsi neppure il barlume di un alibi, senza neppure conoscere personalmente la vittima. Così, come se tutto fosse normale. Andiamo per ordine e vediamo chi sono i personaggi principali di questo nostro breve romanzo triste: la vittima, niente poco di meno che l’intero comparto dell’edilizia. Una quantità enorme di Persone. Di esseri umani. Padri e madri di famiglia. Tecnici, imprese, committenti, che da anni versano in condizioni che, nella migliore delle ipotesi, definiremmo precarie. Impegnati a portare il pane a casa nel rispetto di norme spesso al limite del grottesco eppure, tant’è, dura lex sed lez".

Lo dicono con una nota gli architetti Giuseppe Macrì (Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Catanzaro) e Eros Corapi (Presidente Fondazione Ordine Architetti Catanzaro)

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"Il mandante: chi quelle norme le redige, le promulga, le impone e vigila sulla loro attuazione. L’assassino: la burocrazia. Cieca, bieca, gretta, meschina, piccola piccola. Questo il quadro, andiamo ora a vedere la trama o, come è in voga dire di questi tempi, il plot. L’ultimo di una lunga serie. Quello di cui oggi ci occuperemo: metti la lodevole intenzione del mandante, in questo caso la Regione Calabria, di creare un portale all’interno del quale fare confluire tutte le pratiche edilizie private. Chiamiamolo CALABRIASUE o, se preferite, l’arma del delitto. Splendida idea, ci mancherebbe. Ed allora ecco che qualsiasi cosa tu voglia edificare, modificare, rimodernare, adeguare, aggiornare. Insomma, qualsiasi edificio su cui un privato voglia mettere mano, lì finisce. E per caricarlo nel sistema dentro devi giustamente fare un bel progetto, con tutti i suoi allegati, i suoi bei disegni, le sue belle relazioni, le sue belle attestazioni e tutte le sue cosine al loro posto. E per fare tutto questo, ovviamente, il privato deve chiamare un tecnico. Fai conto un architetto, un ingegnere, un geometra, un perito…insomma, una vittima. La vittima è contenta di aver preso un lavoro, non sa certo che sta per cascare in una sorta di sindrome di Stoccolma 2.0. E certo, così il committente lo paga e lui fa mangiare la sua famiglia. Ed allora si mette a lavorare, redige le sue belle relazioni, i suoi bei disegni, le sue belle asseverazioni e, pensa, anche un documentino in cui segna il numero della fattura emessa per quel lavoro (guarda tante volte l’ironia della sorte). Ed una volta completato tutto questo bel lavorino cosa fa? Entra nell’antro del mostro: CALABRIASUE. Il luogo ove ogni cosa è possibile, tranne gestire una pratica edilizia. E passa il tempo a caricare documenti che non si caricano, con file che non saranno leggibili, con firme il cui formato non verrà accettato dal sistema…Una passeggiata di salute degna di un novello Ulisse. Ed allora, uno pensa (…uno sensato, pensa…) vabbè chiamo il servizio di assistenza e la risolv…AHAHAHAHAHHAHAA. Ma non ci pensare neppure. Vabbè che ormai le tariffe telefoniche stanno a livelli di altissima competitività ma a tutto c’è un limite. A tutto tranne che AL TEMIBILE CALABRIASUE. Questi non rispondono e se rispondono non sanno che dirti e ti richiameranno se mandi una pec e forse lo faranno davvero. Ma, tranquillo, anche se lo faranno non sapranno comunque cosa risponderti. Praticamente una telefonata di auguri di Natale con un paio di mesi di anticipo", scrivono Macrì e Corapi.

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"Ed allora, uno pensa ancora (…uno sensato, pensa ancora…) “sai che faccio? La pratica gliela mando via pec, come ho sempre fatto. Ci allego le schermate di errore del portale, gli aggiungo VI GIURO CHE APPENA IL PORTALE TORNA IN VITA DEPOSITO LI’, VI PREGO, VI SCONGIURO e la accetteranno la pratica”. Ah, quanto amo il candore di certe persone che si rivolgono ancora al buon senso. Niente amico mio, ti verrà risposto con un gentile ma fermo “la nota in oggetto citata è da intendersi nulla, di conseguenza sarà archiviata senza ulteriori formalità”. Ma si, niente formalità. Diglielo al cliente che la pratica è pronta ed infiocchettata ma non hai modo di depositarla che quello, comprensivo te la pagherà di sicuro quella fattura di cui hai dovuto notiziare la gentile piattaforma. E così, senza indugio e senza ulteriori formalità, ecco servito il delitto perfetto: Hai un progetto ma non puoi depositarlo. Non ne hai colpa ma neppure hai via d’uscita. Il cliente non te lo paga, che se ne frega se il portale funziona o no, lui deve rifare il bagno di casa e basta. Il comune se ne frega, il portale se ne frega, la regione se ne frega e voilà…senza ulteriori formalità - concludono -, riposate in pace".

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