Sulla vicenda CPR a Catanzaro in molti hanno espresso già la loro posizione. Arci Catanzaro ritiene che la detenzione amministrativa, sulla quale si è concentrata più volte la scure razzista dei governi che puntano sulla costruzione del nemico e sul mantra securitario per vincere le elezioni, è un buco nero della nostra democrazia, come più volte sentenziato dalle principali istituzioni europee e dalle agenzie delle Nazioni Unite.
Una misura in aperta contraddizione con l’art.13 della nostra Costituzione, che priva della libertà persone che non hanno commesso alcun reato, in condizioni quasi sempre degradanti e disumane. Luoghi che, oltre a ingiustizia e discriminazione, producono naturalmente corruzione e violenza.
Nonostante i dati facciano emergere la funzione di propaganda dei CPR, con nessuna utilità nella esecuzione dei rimpatri, il governo Meloni si ostina a portare avanti un progetto di ampliamento dei posti che servirà certamente ad aumentare la sofferenza delle persone e fors’anche la corruzione, ma non certo a rendere l’Italia più sicura e più giusta.
Per queste ragioni crediamo che l’apertura di un CPR a Catanzaro non sia che l’ennesima trovata mediatica e populista del Governo. Come Arci, chiediamo ancora una volta che i CPR siano chiusi tutti e che il Parlamento apra una indagine indipendente sull’uso strumentale della detenzione amministrativa nei CPR e non solo.
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