Arcidiocesi di Catanzaro, inaugurato il Progetto MAB “Antichi Culti nell’Itinerario Giubilare di Squillace”

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images Arcidiocesi di Catanzaro, inaugurato il Progetto MAB “Antichi Culti nell’Itinerario Giubilare di Squillace”

  30 giugno 2025 21:49

Nella suggestiva cornice della Concattedrale Basilica di Santa Maria Assunta di Squillace è stato ufficialmente inaugurato il progetto MAB (Museo, Archivio, Biblioteca), promosso dall’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, guidato da don Maurizio Franconiere. Il percorso espositivo, intitolato “Antichi Culti nell’Itinerario Giubilare di Squillace”, resterà aperto al pubblico fino al 30 dicembre 2025. Il progetto si inserisce nell’ambito del Giubileo “Pellegrini di Speranza” e propone un itinerario spirituale e culturale che si snoda dal Santuario della Madonna del Ponte fino alla Concattedrale di Squillace.

Un'iniziativa resa possibile grazie alla visione pastorale dell’arcivescovo Claudio Maniago e al sostegno della CEI, con l’obiettivo di coniugare spiritualità e valorizzazione culturale del patrimonio ecclesiastico. L’intento è quello di trasformare questi luoghi in spazi dinamici, vivi e accessibili, capaci di dialogare con la comunità ecclesiale e civile.

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Al centro dell’incontro inaugurale, l’intervento di don Maurizio Franconiere, Incaricato dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici, che ha evidenziato il profondo significato dell’iniziativa:

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La valorizzazione del patrimonio ecclesiastico non è solo un dovere di conservazione, ma una responsabilità pastorale, educativa e culturale. I nostri musei, archivi e biblioteche non sono semplicemente luoghi in cui custodire il passato, ma spazi vivi, aperti e accessibili, capaci di generare cultura, nutrire la spiritualità e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità.” Ha sottolineato che il progetto MAB non deve essere inteso come un evento isolato, ma come parte di un percorso più ampio e condiviso, capace di generare ricadute durature e positive sul territorio.

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“Abbiamo il dovere, e direi anche il privilegio, di custodire un patrimonio che racconta la fede, la bellezza, la storia vissuta di intere generazioni. Ma non basta conservarlo: abbiamo anche la responsabilità di farlo vivere.”

Il pellegrinaggio, ha ribadito Don Maurizio, è un’esperienza umana senza tempo, radicata nel desiderio di Dio: non solo un andare verso di Lui, ma un cercarlo, per trovarne conforto, prossimità, senso. Il desiderio di “vedere” è espressione di un amore che cerca il volto di Dio: “Come diceva san Pietro Crisologo, ‘l’amore non può trattenersi dal vedere ciò che ama’. E se il nostro patrimonio parla di Dio, allora abbiamo il dovere di mostrarlo con dignità, competenza e cuore.”

Particolarmente apprezzato il contributo dell’archivista Benedetta Trapasso, che ha illustrato l’uso di un QR code interattivo collegato alla riproduzione digitale di una preziosa pergamena, custodita nel fondo pergamene del Capitolo Cattedrale presso l’Archivio Storico Diocesano. Il documento, pur privo di datazione certa, reca gli stemmi dei vescovi Gennaro Crispino (1697) e Fortunato Durante (1714), e presenta una straordinaria raffigurazione integrale di Sant’Agazio, accompagnata da una descrizione dettagliata delle sue reliquie, conservate in una cassa insieme a quelle di altri santi. Un’importante testimonianza storica che arricchisce e integra il percorso spirituale e culturale del progetto.

Il percorso espositivo, allestito nelle tre cappelle laterali della concattedrale, presenta una mostra curata dallo studioso Dante Palmerino, che ha attinto a fonti e materiali provenienti dall’Archivio Storico Diocesano di Squillace. I pannelli illustrano e approfondiscono tre culti emblematici della tradizione bizantina calabrese: Sant’Agazio, la Dormitio Virginis e Maria Odighitria, scelti per il loro significato spirituale e identitario.

Preziosa la collaborazione di Alessandro Mercurio, Marianna Gentile, Lucia Boccalone e del grafico Alfonso Prunestì.

La Professoressa Lara Caccia è intervenuta per illustrare i laboratori didattici collegati all’iniziativa, pensati per coinvolgere attivamente scuole e famiglie. Le attività educative mirano a promuovere la conoscenza del patrimonio e la trasmissione della memoria storica e spirituale alle nuove generazioni, stimolando curiosità e senso di appartenenza al territorio.

In chiusura, hanno risuonato le parole di Sant’Agostino, poste a sintesi e ispirazione del cammino intrapreso:

“Noi dunque siamo pellegrini, e non possiamo fermarci, né riposare, fino a quando giungeremo alla patria della nostra felicità.”

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