di LUIGI ARCUDI
Mentre viene sperimentata e sviluppata nei più svariati campi scientifici, tecnologici e sociali si comprende che è già in atto un significativo cambiamento nell’ utilizzo delle conoscenze fin qui universalmente acquisite ma ciò che ancora non sembra chiaro ai più, poiché è vero che se ne parla tanto come è vero che già la utilizziamo in alcune applicazioni dei nostri device, quali sono le implicazioni che sottendono al suo utilizzo. Parliamo di Intelligenza Artificiale (AI). Quindi se ne parla tanto ma si ha poca conoscenza del come funziona e quali rischi e pericoli, insieme agli innumerevoli vantaggi, porta nel nostro quotidiano. Ècome la scoperta del fuoco: finché non abbiamo capito come domarlo e utilizzarlo senza farci del male era ritenuto un grave percolo avvicinarsi ad esso senza le dovute precauzioni.
L’esempio è sicuramente banale ma è ciò che hanno evidenziato quasi tutti i relatori al Corso ECM di Venerdì 30 maggio tenutosi presso l’Aula Spinelli del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria soffermandosi sulle implicazioni etiche che ne derivano dal suo utilizzo.
E naturalmente, come lo è stato per le scoperte più importanti nella storia dell’uomo, anche questa nuova conoscenza raggiunge la finalità di dove essere utilizzata a servizio della salute umana. Ma più ci avviciniamo all’utilizzo dell’AI come supporto alla salute della persona più diventa necessario avere certezze, garanzie e fiducia nelle sue applicazioni.
Così le relazioni che hanno accompagnato il tempo del Corso hanno rivelato indicazioni utili per comprendere di cosa si nutre l’AI, quali vantaggi porta al mondo della sanità, quale linguaggio usa l’AI e soprattutto come ci si debba entrare in relazione, invitandoci a sviluppare noi stessi una capacità critica di approccio con essa. I Relatori a cui è stato affidato il compito di accompagnare i convenuti si sono alternati su diversi aspetti. Ecco quali:
“L’intelligenza artificiale fra antropologia ed etica” di Gian Antonio Dei Tos, medico bioeticista, coordinatore Commissione Triveneta per la Pastorale della salute;
“Le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale nella cura” di Angelo Paolo Dei Tos, ordinario di Anatomia patologica, presidente del Consiglio della Scuola di Medicina e chirurgia, Università degli studi di Padova;
“Nuovi aspetti dell’intelligenza artificiale in clinica: il Progetto Fair Nael” di Carlo Morabito, ordinario di Ingegneria elettrica energetica civile ambientale e della Sicurezza all’Università Mediterranea di Reggio Calabria;
“Le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale nella sanità” di Domenico Marino, professore di Politica economica all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, componente Task force per le Applicazioni dell’Intelligenza artificiale alla Pubblica amministrazione dell’Agid.
Avremmo bisogno dell’AI per riassumere quanto di più importante evidenziato dai Relatori ma anche così, dovendo stare in un numero limitato di battute, ci saremmo persi qualcosa. Ecco perché vi proponiamo delle brevi frasi che invitano il lettore alla riflessione e all’approfondimento.
L’A.I. come conoscenza che sa riconoscere ed orientare; la necessità di creare nuove parole e parole nuove per dare corrette definizioni ai processi che vengono generati; la qualità dei dati immessi che rappresenta condizione indispensabile per l’affidabilità delle informazioni che poi verranno restituite e utilizzate; l’utilizzo di filtri addestrati a trattare milioni di dati perché restituiscano ciò che serve; la robustezza e la sostenibilità dei sistemi (quanta energia è necessaria per indagare su miliardi di informazioni); efficienza, trasparenza, affidabilità e fiducia nell’AI impongono che si sappia di che tipo di dati (qualità e verità) mi stia servendo per interrogare il sistema soprattutto nelle diagnosi su pazienti e che comunque bisogna saper adattare sulla persona che si ha di fronte; un linguaggio comune nell’inserimento di dati universali; costruire una normativa che ne regoli l’utilizzo a vantaggio dell’umanità e non solo ed unicamente del profitto.
Sono solo alcuni semplici e basilari interrogativi che aprono alla necessità di un’aderenza etica a questa nuova rivoluzione digitale perché possa creare uguaglianza nel sistema sanitario e migliorare la qualità della vita di tutti noi.
Ed ecco perché il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi – Melacrino – Morelli” di Reggio Calabria in collaborazione con la Cappellania del G.O.M. e dell’Ufficio di Pastorale della salute della diocesi di Reggio Calabria-Bova, hanno organizzato questa giornata con l’intento di alimentare motivazioni, senso del servizio e coscienza critica in una professione a cui noi tutti vorremmo guardare con sempre maggior fiducia.
Quanto evidenziato in apertura del Corso da Mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova; Tiziana Frittelli, Commissario straordinario del G.O.M.; Pasquale Veneziano, Presidente Ordine dei medici, e don Stefano Iacopino, cappellano G.O.M. e direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute della diocesi reggina, ci porta a considerare questa giornata formativa con sguardo ottimista verso il futuro e per chi sta vivendo consapevolmente questo tempo giubilare le conoscenze che ci sono state offerte non possono non rappresentare speranza viva nel futuro dell’umanità.
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