Armonie d'Arte Festival, Al Di Meola chitarra spaziale al Parco Scolacium: applausi a scena aperta

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images Armonie d'Arte Festival, Al Di Meola chitarra spaziale al Parco Scolacium: applausi a scena aperta

  18 agosto 2025 07:51

di MARCO VALLONE

Ieri sera, nel cuore pulsante della storia e della cultura calabrese, il parco archeologico di Scolacium a Borgia, in provincia di Catanzaro, ha accolto una delle leggende viventi della musica jazz fusion: Al Di Meola. Il chitarrista americano, con la sua inconfondibile tecnica e il suo straordinario virtuosismo, ha regalato al pubblico una performance in chitarra acustica da brivido, accompagnato da due grandi del panorama musicale internazionale, Peo Alfonsi alla chitarra e Sergio Martinez alla batteria e alle percussioni. L'evento è rientrato nella XXV edizione di Armonie d'Arte Festival, ed è stato senz'altro uno dei più attesi dell'intera programmazione.

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Albert Laurence Di Meola, americano ma di origini italiane (più nello specifico di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento), ha incantato gli spettatori, forte di una collaborazione artistica che dura da anni ormai con i musicisti suoi compagni di strada di serata: l'incontro con il chitarrista sardo Peo Alfonsi, infatti, risale ormai al lontano 2005, ben 20 anni fa. Mentre, per quel che concerne il madrileno Sergio Martinez, diventa più complicato riuscire a risalire al momento esatto in cui è iniziata la collaborazione. Tuttavia è molto semplice, invece, definire il risultato: semplicemente spaziale, ogni volta che entrava in gioco il dinamismo ritmico del percussionista spagnolo insieme all'estro di Di Meola e all'ottima capacità di Alfonsi veniva fuori un'atmosfera da paura. Decisamente un sogno musicale ad occhi aperti ieri sera, con spettatori, però, ben consapevoli, invece, di essere assolutamente svegli e coscienti.

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E allora veniamo alla serata, all'appuntamento musicale vero e proprio. Il concerto ha preso il via con una carica di energia travolgente, con il trio che ha eseguito alcuni dei brani più iconici di Al Di Meola. La serata è iniziata con un’intensa esecuzione di "Fandango", composizione recente del chitarrista, datata 2024 e contenuta nell'album “Twentyfour”, capace di unire elementi di flamenco e jazz in un perfetto equilibrio tra tecnica, improvvisazione e ardore. Da lì in poi, ogni pezzo è stato una sorpresa: “The Infinite Desire”, ad esempio, è un brano che trasuda passione pura che risale al 1998, ed è stato proposto dal trio con grandissimo trasporto. La sua versione originale, oltretutto, vedeva alla voce Pino Daniele, che è stato omaggiato alla fine della serata da Al Di Meola. Ma ne parleremo più in là. Nel frattempo c'è da dire che "Broken Heart", pezzo del 1985, andando avanti con il repertorio, con la sua delicatezza e il suo ritmo sincopato, ha fatto vibrare l’anima di ogni ascoltatore. Tuttavia, forse, rispetto alla versione originale, quella della serata di ieri perde la piacevolezza del contrasto tra chitarra elettrica e chitarra acustica. Il gioco armonioso tra le due chitarre acustiche presenti sul palco forse non ha reso sufficiente giustizia a un brano concepito in modo ancora più fantastico. Ma qui stiamo davvero cercando il pelo nell'uovo e, forse, siamo più nel terreno del gusto soggettivo di chi scrive che nell'oggettività pura.

Tornando a noi, ancora, "Ava's Dance in the Moonlight", dal canto suo, ha mostrato l'intensità emotiva di Al Di Meola, capace di trascinare il pubblico in un viaggio sonoro senza pari. E cosa dire ancora, ad esempio, di “Turquoise”, brano del 2006 contenuto nell'album “Consequence of Chaos” ? E' stato l'ennesimo di una serie di pezzi che ha sottolineato il profondo legame tra il chitarrista e la musica, in una performance che ha attraversato fino in fondo le sue radici jazz fusion, passando per il folk e il flamenco. Senza dimenticare il tango, e “Milonga Noctiva”, in questo senso, parla chiaro.

Infine, sul finir di serata, ecco l'omaggio a Pino Daniele. Un'improvvisazione molto sentita sulle note di “Napule è” quella del trio che, nella sua interpretazione, intima e potente, ha suscitato emozioni forti, accogliendo il pubblico in un abbraccio che ha unito le sonorità della musica partenopea alla ricca tradizione jazz. E poi, per finire, ancora un brano in omaggio di un altro grande musicista. “Mediterranean Sundance”, brano del 1977 scritto insieme a Paco De Lucia, al cui fervente ricordo Al Di Meola è parso molto legato.

Si è dunque chiusa così una serata che ha ulteriormente confermato che eventi come quelli di Armonie d'Arte Festival sono da considerarsi come una risorsa preziosa, capace di portare sul territorio calabrese artisti di caratura internazionale, se non addirittura vere leggende della musica, in grado di regalare emozioni che durano nel tempo. Avercene.

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