Armonie d'Arte Festival, Cristiano De Andrè incanta il pubblico del Parco Scolacium (Fotogallery)

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images Armonie d'Arte Festival, Cristiano De Andrè incanta il pubblico del Parco Scolacium (Fotogallery)
Cristiano De Andrè, foto di Massimiliano Natale
  13 agosto 2024 09:38

di VITTORIO PIO

Serata in assoluto stato di grazia ieri sera al Parco Scolacium, dove nella sezione "Off & Pop" di Armonie d'Arte Festival, si è esibito al massimo del suo (stratosferico) potenziale di abilità, Cristiano De Andrè. Inutile lo spreco di superlativi per ciò che continua a rappresentare la poetica del padre, una delle menti più amate, lucide ma anche scomode della nostra canzone d'autore, ancora amatissimo da generazioni trasversali, che non mancano mai l'appuntamento con le esecuzioni dal vivo di questi brani che sembrano aumentare la propria luce nel tempo, acquisendo nuovi, appassionati, sostenitori. Più utile spostare l'accento sulla forma perfettamente ritrovata di suo figlio Cristiano, che nel venticinquennale dalla scomparsa del padre, ha riunito intorno a sé un gruppo di eccellenti musicisti (Luciano Luisi, Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin e Ivano Zanotti), per onorare al meglio quel DNA che ne costituisce la sua gabbia dorata.

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Penna colta e suprema, affabulatore di altra categoria, uomo tracimante, cantante dal timbro cristallino e imprendibile, Fabrizio De Andrè è scomparso già da 25 anni ed è fin troppo facile ribadire che non ci sarà mai più uno come lui. Eppure non è mai stato così presente, per l'attualità dei suoi versi scolpiti nell'aria, per il potere quasi taumaturgico di attraversare il tempo e le mode. Un gigante che ha fatto della sua arte un modo di esprimere il suo incessante impegno sociale, nel tentativo da dare voce agli ultimi e mostrare come ci sia "ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell'errore".

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Ci piacerebbe che suo figlio Cristiano restasse l'unico a celebrarne l'incomparabile eredità artistica, non soltanto perchè resta il suo interprete più credibile (canta meglio che mai e nessuno possiede la sua perizia strumentale),a testimonianza di un rapporto d’amore profondo e controverso che ha rischiato di schiacciarne la vita, ma che invece adesso sempre avere ripreso a pieno regime un tratto di serenità ed ispirazione. Asciutto, disponibile con la platea commossa e partecipe per quanto generoso sul palco in un set che è andato abbondantemente oltre le due ore, Cristiano ha sintetizzato il meglio dei quattro dischi tributo dal vivo che aveva realizzato in precedenza, con un set palpitante ed essenziale, i cui arrangiamenti, curati da Luisi hanno rispettato in pieno il paradigma originale, amalgamandosi in pieno con le vibranti esecuzioni del 62enne figlio d'arte nel suo comune sentire rispetto a tutto l'oro messogli a disposizione dal padre, onorato come meglio non si potrebbe non solo per questioni di sangue, ma anche per la sua travolgente bravura di musicista a tutto tondo, che adesso potrebbe schiudergli le porte verso una bella fase della sua vita e di conseguenza feconda anche dal punto di vista artistico.

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Nella scaletta che ha celebrato nelle sue tappe più applaudite "Non al denaro, non all'amore né al cielo", il quinto pazzesco concept album di Fabrizio, ispirato dalla lettura adolescenziale dell'"Antologia di Spoon River" e pubblicato nel 1971, come "Creuza De Mà" ed "Anime Salve", gli ultimi capolavori, al limite della (palpabile) commozione, sono risultate le ballad dedicate a Marinella e all'Amore Perduto (che ha chiuso il concerto con il pubblico assiepato sotto il palco) e a quel piccolo incanto sempre rappresentato da "Verranno a chiederti del nostro amore", che proprio Cristiano ebbe il privilegio di vedere eseguita dal vivo per la primissima volta quando era poco più di un bimbo, proprio davanti ai suoi genitori nel cuore della notte. Che bellezza, amplificata a dismisura dall'abbazia normanna del parco archeologico che faceva da insuperabile sfondo, e quale privilegio esserci stati ieri sera. Un ultima nota per la perfetta organizzazione curata dal promoter Gianluigi Fabiano.

Dopo la pausa ferragostana, il festival riprenderà con l'esclusiva nazionale rappresentata dalla "Fura Dels Baus", l'eccezionale compagnia catalana scelta da Chiara Giordano, nota per la visionaria ed eclettica ricerca culturale, che proporrà l'avveniristico spettacolo "Free Bach 212".

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