Armonie d'Arte, l'ode alla libertà di Carolyn Carlson conquista Scolacium

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images Armonie d'Arte, l'ode alla libertà di Carolyn Carlson conquista Scolacium

  31 agosto 2025 17:25

di VITTORIO PIO

Un doppio appuntamento a sensazione ha mandato agli archivi uno dei più scintillanti periodi per Armonie D'Arte Festival, diretto con rinnovate ambizioni da Chiara Giordano e ancora ai vertici della programmazione nazionale con le sue originali esclusive.

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Nonostante il tempo incerto che non ha avuto alcun effetto sulla performance, ci si è dapprima ritrovati nella magnificenza del parco di Scolacium per applaudire alla presenza della stessa coreografa (ulteriore medaglia appuntata al palmarès del Festival), le “Islands” disegnate da Carolyn Carlson: una vera e propria ode alla libertà contro tutte le convenzioni e le staticità in quattro movimenti di eccelsa fattura. L’idea che sta alla base dell'estetica di questa mitica figura della danza contemporanea, è al tempo stesso semplice come magnetica: al centro vi è la personalità e l'apporto che ogni danzatore nella sua unicità può fornire, dilatando così il tempo, inchiodare lo spettatore sul crinale dell’attesa per poi coinvolgerlo in una coreografia fittissima di slanci e riprese. In questo gioco di sospensioni, i danzatori si sono incrociati, allineandosi e muovendosi all’unisono, come gli ingranaggi di un orologio pregiato. Un lavoro di cesello, capace di sfruttare fino in fondo lo spazio in orizzontale come in verticale, come è avvenuto nel magnetico “Mandala”, il prodigioso ultimo quadro della durata di ben 22 minuti, in cui Sara Orselli si è specchiata con le mura della basilica, creando un doppio effetto di rara suggestione. Ogni micro-azione generava così un'emozionante onda cinetica collettiva, e la partitura basata su dinamismi, sovrapposizioni sonore, gesti ripetuti e repentine deviazioni, ha finito con l'espandersi e ricomporsi con rigore e perizia. Il lungo applauso dei presenti ha sottolineato una fra le cose più belle mai presentate o meglio, ammirate nella storia del Festival, da parte di una delle più eminenti personalità di questo tempo.

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Poche ore dopo una buona rappresentanza di irriducibili, ha salutato l'alba a Soverato, con la soffice “Legenda D'Acqua” ideata da Elisa Barrucchieri che della Carlson è stata peraltro allieva. Guardare il sole nascente dallo spicchio adagiato sul mare che resta il giardino botanico, con l'ausilio di una performance delicata e pregna di poesia non è roba da tutti. Una performance sospesa e riposta nella grazia dei ballerini che sembravano volere così  fermare il tempo di un'esibizione che resterà a lungo nella mente e nel cuore dei presenti. C'è molto altro ancora nel programma di settembre, che può essere recuperato su www.armoniedarte.com

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