Era nell’elenco dei primi quattro ricercati italiani il latitante Pasquale Bonavota, 49 anni, di Sant’Onofrio – paese confinante con Vibo Valentia – arrestato stamane a Genova. È fra i principali imputati della maxi-operazione operazione Rinascita Scott della Dda di Catanzaro, scattata il 19 dicembre 2019.
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Era ricercato dal 2018 per altri procedimenti con le accuse di omicidio dalle quali, però, al termine di processi – celebrati in un caso in primo grado, in un altro in appello – è stato assolto. Più precisamente, il 17 novembre 2021 la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha assolto i fratelli Pasquale e Nicola Bonavota, mentre ha condannato all’ergastolo Domenico Bonavota.
I fatti al centro del processo riguardavano l’omicidio di Raffaele Cracolici, ucciso il 4 maggio 2004 a Pizzo, e quello di Domenico Di Leo, ucciso a Sant’Onofrio il 12 luglio 2004. Il 20 luglio dello scorso anno, invece, Pasquale Bonavota è stato assolto dall’accusa di aver preso parte all’omicidio di Domenico Belsito, ucciso a Pizzo nel 2004. Nei suoi confronti il pm aveva chiesto l’ergastolo.
L’accusa principale nei confronti di Pasquale Bonavota resta quindi quella di associazione mafiosa, essendo ritenuto al vertice dell’omonimo clan di Sant’Onofrio dopo la morte del padre Vincenzo ritenuto il patriarca della “famiglia” che oltre a Sant’Onofrio avrebbe roccaforti anche a Roma, in Liguria ed a Carmagnola, in Piemonte.
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