È passato il tempo in cui si pensava alla salute come una condizione da preservare in maniera individuale, mediante controlli sanitari ed attraverso l’accesso a prestazioni erogate da ospedali, medici e farmacie, per gestire disturbi ed anomalie psico-fisiche.
L’evoluzione delle conoscenze scientifiche e l’apprendimento dalle esperienze, l’ultima rappresentata dal Covid, hanno fatto emergere il concetto di salute come “bene comune”, inteso non solo come diritto da garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione, ma anche che di un bene fondamentale, la cui tutela e promozione diventano una responsabilità condivisa. Il distretto sociosanitario di Catanzaro, attraverso le competenze tecniche ed organizzative dell’U.O. Servizi Sociali, ha inteso avviare con i comuni di Andali, Botricello, Cropani, Marcedusa,Sersale, Soveria Simeri e Zagarise, la sperimentazione di un’esperienza pilota in Calabria, rappresentata da un piano per la salute, integrato e collaborativo, che superi i confini tradizionali tra enti, mettendo al centro le esigenze, ma anche, le risorse delle comunità.
Dopo una serie di incontri di approfondimento, distretto sanitario e comuni hanno condiviso un protocollo d’intesa caratterizzato da valori, principi e metodologie organizzative. Il principale obiettivo del protocollo inter- istituzionale, fortemente sostenuto dal direttore del distretto sociosanitario di Catanzaro, già approvato dai consigli comunali di ben 7 comuni del comprensorio dell’alto ionio e della Presila catanzarese, è quello di fornire servizi socio-sanitari più adeguati alle esigenze dei cittadini, riducendo sprechi di tempo e risorse economiche attraverso l'attuazione di interventi innovativi a livello territoriale. In quest’ottica la rete inter-istituzionale costituita
si è già messa all’opera. Nelle scorse settimane, attraverso un gruppo di lavoro coordinato dall’U.O. Servizi Sociali del distretto di Catanzaro, è stato presentato alla regione Calabria il progetto denominato “Prendiamoci cura delle comunità”, finalizzato alla creazione di una rete di sostegno e accompagnamento per le persone svantaggiate, soprattutto per i minori ed il contrasto povertà materiale ed educativa. Il progetto prevede un vasto coinvolgimento di enti ed istituzioni territoriali, tra cui l’università Magna Graecia; il Centro Giustizia minorile; i centri per l’impiego; le direzioni scolastiche del territorio, il CONI ed una vasta rete di cooperative ed associazioni di volontariato e sportive dei comuni interessati. Il progetto si sviluppa attraverso l’attivazione di una serie di laboratori territoriali, mediante i quali ampliare le opportunità di apprendimento ed inclusione sociale e sportiva dei minori, nonché la sperimentazione di forme di inserimento lavorativo per i disoccupati di lunga durata. In attesa dell’esito della valutazione del progetto da parte della regione Calabria, distretto sanitario di Catanzaro e 7 comuni dell’alto ionio e della Presila, scommettono sulla centralità di un’integrazione socio-sanitaria centrata sulla condivisione di conoscenze e competenze e sul ruolo attivo e propositivo di enti presenti sui territori quali Scuole; Parrocchie; Associazioni di volontariato e sportive, Famiglie.
Questo modello organizzativo interistituzionale, sostenuto con convinzione dal commissario dell’Asp di Cz, dott. Antonio Battistini, si propone di creare opportunità concrete per i territori interessati, chiamati ad un salto di qualità per la condivisione di progettualità intercomunali che possano migliorare la rete dei servizi sanitari ed intercettare finanziamenti pubblici, spesso poco accessibili da parte dei singoli e piccoli comuni. Le sinergie organizzative inserite nel protocollo inter-istituzionale, sottoscritto tra i Comuni e l’Asp di Catanzaro, avranno inoltre positive ricadute sul capitale sociale e relazionale delle comunità, chiamate a ricoprire un ruolo da protagoniste attive nella sperimentazione di un’esperienza, pilota nella regione Calabria, per un moderno welfare
territoriale.
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