Dal 27 gennaio non sono consultabili gli atti completi (che dovrebbero essere pubblici) dell'Asp di Catanzaro. Chi vuole deve chiedere la copia cartacea. Un paradosso per un'azienda da 600 milioni di fatturato
30 gennaio 2020 22:19Da qualche mese l'Asp di Catanzaro è controllata da una terna prefettizia. A seguito dello scioglimento "causato" dall'inchiesta Quinta Bolgia, i commissari hanno come fissato prioritario obiettivo il ripristino delle condizioni di legalità. Da tre giorni, tuttavia, c'è un grosso problema di trasparenza.
L'albo pretorio, lo specchio di qualsiasi ente pubblico all'interno del portale istituzionale dove vengono rese note le delibere dei vertici e le determine dei dirigenti, è collassato. "Per motivi tecnici, dalla data odierna e sino al ripristino della funzionalità del sistema informatico in uso, sarà visibile all'Albo Pretorio soltanto l'oggetto e non il contenuto degli atti in pubblicazione". E' la stringata comunicazione del 27 gennaio con cui si annunciava il black-out sulla pubblicità degli atti. Nessun testo completo, ma solo l'oggetto. Giusto per far venire la curiosità. Per paradosso anche il Piano triennale della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, adottato nelle scorse ore, è rimasto non consultabile in digitale. Chi ci tiene dovrà recarsi presso l'ufficio Affari generali per richiederne una copia cartacea. Si torna all'antico.
I problemi "tecnici" sarebbero legati all'obsolescenza del sistema informatico usato dall'Asp. Una criticità di memoria che si estenderebbe anche ad altri strumenti aziendali. Nell'avviso non è specificata nessuna data per il ripristino del servizio. Le noie digitali, secondo fonti interne, sarebbero risalenti nel tempo. Ne erano a conoscenza i vari dg facenti funzione al comando che si sono succeduti prima dell'insediamento dei commissari prefettizi. Evidentemente negli ultimi giorni il sistema era arrivato sull'orlo del collasso e si è deciso di "sacrificare" la trasparenza digitale.
Un bel paradosso per un'azienda pubblica che ha un fatturato di circa 600 milioni all'anno e dove i disavanzi crescenti meriterebbero di essere controllati anche dall'esterno. L'Asp è una macchina elefantiaca che deve far fronte ad una mole ingente di impegni di spesa, appalti, atti sul personale e di organizzazione dei servizi sanitari. Da giorni tutto questo non esiste nel digitale. Un passo indietro che è l'ennesimo campanello dall'allarme di quanto critica stia diventando la sua gestione. (g.r.)
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