di CLAUDIA CONIDI*
"Oggi il processo pende dinanzi la Corte d'Assise d'Appello dell’Aquila dove il suo assassino sarà sottoposto a secondo giudizio. In primo grado, secondo l'accusa, le dichiarazioni di Vincenzo Marino, erano state essenziali e decisive alla condanna di Oseghale Innocent, poiché lo stesso aveva fornito dei particolari inediti conosciuti dallo stesso dietro confidenza dell'Oseghale, come ad esempio, la particolarità della presenza di svariati nei sulle spalle e sui seni della ragazza.
Poteva saperlo solo l'assassino e i medici legali hanno poi confermato la circostanza.
Eppure la Corte d'Assise di Macerata, suggestionata dalla difesa degli imputati, aveva ritenuto Vincenzo Marino inattendibile, al punto da richiederne la trasmissione degli atti all'ufficio di Procura per procedere contro il testimone escusso in pubblica udienza e che a dire della Pubblica Accusa, aveva incastrato l'assassino di Pamela, inchiodandolo alle sue responsabilità.
Oggi dinanzi la Corte d'Assise d'Appello, la Pubblica Accusa punta ancora la sua carta vincente su Vincenzo Marino, ritenendolo del tutto attendibile e ha archiviato le accuse mosse nei suoi confronti paventate dalla Corte d'Assise di Macerata, con un provvedimento di archiviazione che scagiona il Marino da qualsivoglia addebito di falsa testimonianza. La Corte d'Assise era stata convinta dalla difesa dell'assassino di Pamela Mastropietro che Vincenzo Marino andasse solo a procacciarsi il programma di protezione perso, deponendo in un processo importante che però nulla aveva a che vedere con la mafia e dunque, nulla avrebbe potuto sortire per la riammissione a misure di protezione. Insomma da noi si direbbe “cornuto e mazziato”. Non voglio esimermi dal dire così, poiché è l’unico modo, peraltro molto incisivo, che rende davvero, alla calabrese, il concetto che qui voglio esprimere. Fai bene e riceve male. Per Marino questo detto pare sempre di più diventare una sorta di “Leitmotiv” della sua vita.
Marino carte per riavere il programma ce ne ha e tante e non di certo poteva rimettere nell'episodio legato alla sua accidentale testimonianza nel processo di Macerata la sua ancora di salvezza, per riottenere quello che si aspetta per legge ormai da troppo tempo, ma che non gli arriva mai, ovvero la protezione per sé e per la sua famiglia, costretta sin dal 2012, epoca della ingiusta revoca del programma, ad "auto-proteggersi", cambiando spesso residenza senza esporsi mai in nessuna occasione ,facendo la vita quasi delle "talpe", alt..! in senso buono.
Vincenzo Marino continua a essere considerato teste chiave, fonte probatoria qualificata in vari procedimenti penali in cui ha deposto anche col plauso della Procura Generale presso la Corte d'Assise d'Appello, puntando il dito su assassini e dunque, per gravi fatti di sangue.
Spero solo che non succeda mai nulla al mio assistito o ai suoi familiari, per tante, troppe ovvie e scontate ragioni.
Nonostante tutto, confida ancora nella giustizia, quanto meno in quella divina a che possa far luce anche su quella terrena, in caso fosse necessario.
A volte i lampi di genio o gli sprazzi di umanità, possono accadere".
*Avvocato
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