Assenteismo all'Asp: la Procura di Catanzaro chiede il processo per Gallucci e Tomarchio

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  01 luglio 2021 14:48

di EDOARDO CORASANITI

Truffa aggravata, false certificazioni e abuso d'ufficio. Le accuse contestate, a vario titolo, al funzionario dell'Asp di Catanzaro, Rosario Tomarchio (difeso dall’avvocato Aldo Ferraro) e al direttore sanitario dell'ospedale di Lamezia Terme, Antonio Gallucci (difeso dall’avvocato Enzo Galeota) piomberanno in udienza preliminare di Catanzaro il prossimo 8 luglio, giorno in cui il Gup dovrà valutare la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro  e ascoltare le tesi difensive degli imputati. All'udienza l'Asp di Catanzaro si costituirà parte civile per chiedere i danni all'immagine causati dalla vicenda. 

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Nei confronti di entrambi, il sostituto procuratore di Catanzaro, Chiara Bonfadini, nei mesi scorsi ha raccolto elementi indiziari per i mesi di giugno e settembre del 2018. I finanzieri che hanno eseguito le indagini hanno posto in luce le presunte continue assenze di Tomarchio dal posto di lavoro senza giustificato motivo. Le attività di osservazione e pedinamento hanno evidenziato le attività personali e private alla base degli allontanamenti dall'ufficio da parte del funzionario in servizio all'archivio del presidio ospedaliero unico di Lamezia Terme con sede a Girifalco. Da parte sua Gallucci, accusato di abuso d'ufficio in concorso con Tomarchio, avrebbe omesso di attivarsi per sanzionare l'assenteismo dell'impiegato e, al contrario, avrebbe emanato una serie di autorizzazioni a sua tutela, consentendogli, per esempio, di timbrare il cartellino anche in altre strutture dell'Asp di Catanzaro.

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Nell'ambito del procedimento è stato emesso nei confronti di Rosario Tomarchio un provvedimento di sequestro preventivo, per equivalente, del valore di 11.582 euro, pari alle ingiuste retribuzioni percepite nel corso delle assenze ingiustificate. 


Durante gli interrogatori di garanzia il dipendente ha detto al pm che già in passato aveva segnalato personalmente "il malfunzionamento del "marcatempo"; mentre il direttore medico ha insistito sul fatto che "avevo segnalato il monte orario retribuito e non eseguito all'ufficio personale"

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