"E’ d’uopo nella FPCGIL Area Vasta la ricerca sempre e comunque di interlocuzione costruttiva. Anche in questa occasione abbiamo provato, con l’ASP CZ, ad indicare i passaggi che, all’interno dell’Atto Aziendale proposto, risultavano assolutamente fuori tracciato. Per tutta risposta l’azienda ha preferito deliberalo “intonso” senza curarsi assolutamente di quanto motivatamente suggerito. Sia chiara una cosa: a noi ciò che sta a cuore è che il sistema possa funzionare al meglio al fine di garantire ai calabresi quanto fin qui non garantito ovvero una sanità efficiente e a misura d’uomo". Così in una nota stampa di Ivan Potente, FPCGIL Medici Area Vasta CZ, KR, VV, Dirigenza Medica e Sanitaria.
"L’atto proposto non ci pare percorrere vie virtuose ma viceversa, - prosegue - ripropone percorsi “usati” che nulla di buono hanno prodotto in precedenza. Il documento deliberato appare, in alcune sue parti, inadatto alla funzione che lo stesso dovrebbe assumere in un’azienda provata da due anni di commissariamento. Nel concreto la nascita del Dipartimento Igienico-Organizzativo è una costruzione fantasiosa che non trova supporto in nessun atto normativo vigente. La stessa delibera cita, a tal guisa, la legge 135/2012 che, all’articolo richiamato, parla proprio di altro riferendosi, oltretutto, ad Aziende Ospedaliere ed Ospedaliero-Universitarie. Chiediamo agli estensori di rileggere con attenzione quanto nella stessa richiamato".
"Oltretutto, per giustificare una costruzione dipartimentale, - si legge ancora sulla nota - si crea un struttura complessa in un ospedale generale dove la stessa non è prevista da alcuna fonte normativa anzi, le disposizioni prevedono espressamente il contrario. E che dire poi del fatto che, secondo sempre gli estensori della delibera, il loro atto non sarebbe soggetto alle ultime linee guida se non che, laddove ciò fosse vero, sarebbero state comunque da applicare le precedenti mantenendo la sintonia con il DCA 64 che è fonte attualmente primaria. Consentire la nascita di un siffatto dipartimento è impossibile. Ricordiamo a tutti che, un direttore di dipartimento può arrivare, laddove rapportato alla fascia massima, ad un livello retributivo tipo direttore generale pur non avendone le medesime responsabilità. Ergo limitiamoci a quelli effettivamente necessari. Stessa cosa dicasi per quanto nell’atto riportato sotto forma di pre-definizione degli incarichi dirigenziali conferibili ai dirigenti sanitari, che sono dinamiche di competenza dei dirigenti sovraordinati e così via".
"Nel contempo non abbiamo visto nulla di effettivamente pregnante dal punto di vista sanitario che potesse esser declinato all’interno di un atto aziendale. Programmazione dei posti letto e loro uso è argomento di competenza regionale e non delle singole aziende. Solo come esempio rammentiamo che poco o nulla si dice di Dermatologia che appare abbandonata al suo destino o di altre branche fondamentali come la Chirurgia Plastica e Ricostruttiva. E che fine fa il “famoso” equilibrio ospedale-territorio? Ci sorge ancora una domanda: se si voleva provare una forzatura del sistema effettivamente a garanzia dei cittadini, perché non si è fatto perno sulle disposizioni normative vigenti ex legge HIV del 1991 per riaprire Malattie Infettive e Microbiologia e creare il dipartimento ad hoc previsto? Noi un idea del perché l’abbiamo e, consci di ciò, - conclude - continueremo ad opporci a quanto riteniamo illegittimo attraverso i percorsi democratici a garanzia di tutti. Intanto, poiché trattasi di atto sottoposto a controllo regionale obbligatorio ai sensi delle legge Regione Calabria del 19 marzo 2004 n.° 11, la stessa provveda ad esercitare questa funzione rimandando al mittente quanto non in linea con la cogenza e lo faccia nei limiti di tempo previsti. Dopodiché per quanto democraticamente nelle funzioni delle OO.SS. la FPCGIL sa bene cosa fare".
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