"La legittima preoccupazione di molte famiglie catanzaresi è rivolta ai propri figli e quindi, in questi giorni, all'avvio dell'anno scolastico. Non intendo speculare politicamente sull'incremento dei costi per il buono pasto (sarebbe miope non riconoscere i rincari delle materie prime e più in generale la spirale inflazionistica che riguarda il mondo intero!), ma a tempo debito avevo espresso perplessità su come è stato impostato il bando del servizio mensa. All'organo politico e alla precedente dirigente del settore avevo fatto notare, circostanza che a mio avviso rimane inspiegabile, la scelta di non includere nel 'pacchetto' del servizio la bevanda. Molto banalmente: la bottiglietta d'acqua. Spero vivamente che al prossimo bando non si rinnovi questa 'dimenticanza'".
Lo scrive in una nota stampa il consigliere comunale Antonio Corsi.
"Ma dicevamo dell'impatto sui genitori degli studenti catanzaresi che, con l'impoverimento del tessuto economico registrato dalla città negli ultimi anni, rischia di essere significativo. Alla luce degli aumenti, avevo proposto di innalzare, da 2 mila a 2.300, la soglia ISEE delle famiglie con più di un figlio rispetto a cui riconoscere l'esenzione. Una 'variazione' che non essendo a impatto zero sul bilancio comunale è stata oggetto di valutazioni da parte del settore finanziario, che ha stimato un costo di circa 160 Mila euro annui. Anche in questo caso, e ribadisco senza spirito polemico, ho preso atto che l'assessore al ramo o non è stata in grado di trovare le relative coperture o se lo ha fatto le risorse non sono state usate per innalzare il tetto della soglia ISEE. Peccato. Successivamente, a riprova del mio atteggiamento propositivo con l'Amministrazione comunale, ho indicato un'altra opzione. Proprio perché l'aumento della spesa per la mensa colpisce particolarmente le famiglie più numerose, l'idea era quella di introdurre un taglio del
costo del buono pasto, che sarebbe scattato a partire del secondo figlio e sarebbe stato proporzionalmente crescente con gli altri appartenenti allo stesso nucleo familiare. Fermo restando il costo intero per il primo figlio, per il secondo si riconosceva uno sconto del 30% e in caso di terzo (o più) del 50%. Un'agevolazione di buon senso nei confronti di coloro devono farsi carico di più figli nel mentre l'Italia intera è alle prese con l'inverno demografico e diventa esiziale incentivare le nascite. Ma anche questa ipotesi per contenere gli effetti negativi degli aumenti, e con un ipotetico costo di circa 20 Mila euro annui, non è stata attuata. L'avevo già fatta con i diretti interessati e ne ripropongo un'altra, che ancora potrebbe essere accolta.
Chiedo ufficialmente che il Comune convochi i dirigenti scolastici affinché ci sia un confronto su alcuni correttivi che ritengo doveroso apportare. Allo stato, i genitori che non possono permettersi il servizio mensa devono prendere i propri figli da scuola al momento del pasto e questi ultimi non possono più farvi ritorno per le ore successive. Tralasciando la discriminazione fra studenti e fra chi può e chi non può permettersi il pasto del servizio mensa, non è ammissibile questa ulteriore penalizzazione per chi decide, per necessità, di fare pranzare i propri figli non a scuola. Dunque, invito le istituzioni coinvolte a trovare un rimedio e consentire agli alunni di ritornare a scuola dopo aver consumato il pasto all'esterno. La tutela delle fasce di popolazione più deboli è storicamente uno dei valori declamati dalla sinistra, radice politica a cui questa Amministrazione comunale si ispira. Le famiglie catanzaresi più svantaggiate e che fanno sacrifici per mandare i figli a scuola attendono risposte".
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