Autonomia differenziata, Celia (Pd): "I 45 senatori del Sud che hanno votato sì risponderanno al tribunale dell'opinione pubblica"

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Il consigliere comunale Fabio Celia
  26 gennaio 2024 18:12

di FABIO CELIA

"In occasione del consiglio comunale di avantieri, ho inteso come quasi sempre mi capita peraltro non scadere nella polemica spicciola e sterile. Ho provato insomma a ragionare insieme ai colleghi. Di maggioranza e opposizione. E di suggerire che, invece di pensare a colpe del passato e del presente nella governance di Catanzaro, disamina come noto a cui neppure io mi sottraggo e in linea di massima fattibile da chiunque quando lo ritiene opportuno, sarebbe adesso meglio concentrarsi su una grande emergenza contingente. L'autonomia differenziata, manco a citarla. Che ci dovrebbe impegnare, e indignare, innanzitutto in qualità di semplici cittadini del Mezzogiorno e poi nelle vesti di pubblici amministratori. Perché abbiamo un Governo ahinoi dominato da una logica spartitoria. In cui la sedicente premier patriota Giorgia Meloni ha in realtà dato luogo a un dozzinale baratto con l'alleato leghista proprio sull'autonomia, oltreché con Forza Italia sui temi della Giustizia ma questa è un'altra storia, non esitando a spaccare il Paese. 

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E non in due o in tre, come volevano circa 30-35 anni fa l'allora segretario federale del Carroccio Umberto Bossi e il "suo" ideologo Gianfranco Miglio. Bensì, potenzialmente, in 5-10-15 o persino 20, parti a seconda di quante regioni chiederanno di essere completamente autonome in settori chiave quali Sanità e Istruzione ad esempio. Un terremoto, insomma. Che per il Sud è forse persino peggio della paventata secessione bossiana degli anni Ottanta-Novanta. Non fosse altro perché quella era in fondo una sorta di specchietto per le allodole, finalizzata a vellicare gli istinti più bassi del popolo leghista, ma che alla fine della fiera avrebbe azzoppato pure lo stesso Nord indipendente nella logica iper-concorrenziale dei maggiori mercati europei. Dove uno… statarello composto soltanto dal pur ricco Triveneto più Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e forse Liguria e Toscana, ma non era sicuro per le ultime due, non ce l'avrebbe di certo potuta fare a reggere il confronto commerciale con realtà mastodontiche quali Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Inghilterra e così via. Ma adesso no! Questo ostacolo pressoché insormontabile per le regioni più floride e avanzate non c'è più. 

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E tali solide realtà locali prenderanno tutto ciò che vogliono, ma restando attaccate alla mammella Italia. Comodo, non trovate? E lo affermo con profonda amarezza, anche non dimenticando che tra i 'primi firmatari' della sciagurata proposta di legge in questione c'era un aspirante leader nazionale del mio Pd come il governatore emiliano Stefano Bonaccini. È però fin troppo chiaro che quale presidente di Regione facesse, e seguiti a fare, gli interessi della sua terra. Mi lasciano invece senza parole i 45 senatori del Sud fra cui l'ex sindaco di Cosenza, e fratello del governatore calabrese in carica Roberto, Mario Occhiuto che nell'Aula di Palazzo Madama hanno votato sì all'autonomia differenziata senza colpo ferire. Un rispetto assoluto dell'ordine di scuderia di cui sono certo un giorno, presto o tardi che sia, saranno chiamati a rispondere nel… tribunale dell'opinione pubblica meridionale. Ma intanto noi consiglieri comunali di Catanzaro che facciamo? Continuiamo ad accapigliarci H24 per la buca o l'aiuola trascurata o proviamo finalmente ad alzare il livello, e una volta tanto a unirci, per difendere il futuro nostro e dei nostri figli? Perché ora, lo ribadisco, conta esclusivamente questo".

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