Autonomia differenziata, Fiorita: "Passo indietro nella storia"

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Nicola Fiorita

"Catanzaro, come capoluogo di regione, dovrà essere capace di guidare il lavoro dei sindaci calabresi in strenua ma propositiva opposizione al disegno scellerato"

  07 marzo 2022 16:17

"I presidenti di Veneto ed Emilia Romagna, Zaia e Bonaccini, sostenitori dell’autonomia differenziata, sono tornati di recente a far sentire la loro voce sul tema. Ma fatto bene ha fatto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a chiedere di mettere da parte ogni spinta verso l’accrescimento dei poteri per le Regioni. Qui non si tratta di alimentare campanilismi o rivendicazioni ridicole e antistoriche. Si tratta piuttosto di recuperare pienamente l’unità e lo spirito nazionale, perché quando usciremo dalle emergenze ci sarà da costruire l’Italia che vogliamo, per noi e per i nostri figli". Così in una nota di Nicola Fiorita.

"Al contrario, spingere di nuovo sull’autonomia differenziata - prosegue - vuol dire ridare dare forza a un passato politico che ha fatto male al Paese; un passato che condurrebbe oggi a nuovi egoismi, al venir meno del dialogo e della ricerca di quelle soluzioni condivise che sono il sale della crescita e del progresso di un popolo. Il progetto di autonomia differenziata, così com’è stato concepito, porterebbe con sé squilibri che accentuerebbero le differenze tra Nord e Sud del Paese, tra aree forti e aree deboli. Imboccheremmo quindi la strada più sbagliata che ci sia e peraltro in palese contraddizione con lo spirito del Pnrr, che al contrario è il tentativo nonché l’opportunità reale di superare proprio quegli squilibri tra Mezzogiorno e resto d’Italia che ancora oggi sono evidenti".

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"Il Pnrr, poi, - si legge ancora - ci carica di responsabilità perché non è a costo zero per il Paese. Peserà sulle future generazioni e quindi abbiamo il dovere di rendere sostenibile il carico su quelle spalle attraverso un uso corretto delle risorse in un quadro di progettualità coerente e inclusiva. Pertanto è impensabile affrontare lo sforzo andando ciascuno per la propria strada. E se questo vale per le Regioni, ancora di più deve valere per i sindaci, chiamati a svolgere il compito forse più impegnativo. I sindaci calabresi, quelli in carica e quelli che saranno eletti da qui a breve, devono avvertire maggiormente questa responsabilità nel marciare uniti perché sono espressione di una realtà che deve recuperare gap e ritardi storici, frutto anche di miopia politica, di mancanza di capacità di progettazione del futuro, di mancanza di una visione e di assenza di dialogo nell’interesse comune dei calabresi".

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"Questa impostazione è pilastro della proposta che abbiamo costruito per Catanzaro e con cui mi candido a guidare la città nei prossimi anni. L’impegno è quello di fare di Catanzaro, - conclude - in quanto capoluogo di regione, un Comune capace di guidare e coordinare il lavoro dei sindaci calabresi in strenua ma propositiva opposizione al disegno scellerato di un’autonomia differenziata che non farà altro che ridurre i servizi essenziali – scuola, sanità, trasporti, welfare – proprio lì dove ci sarebbe invece bisogno di rafforzarli".

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