Autonomia differenziata. Jasmine Cristallo: "Bisogna fermare questo processo opaco"

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Jasmine Cristallo
  30 ottobre 2021 12:10

di JASMINE CRISTALLO 

Domenica prossima, 31 ottobre, dalle ore 9.30 alle ore 16, si terrà a Roma l’Assemblea Nazionale dei Comitati per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.
Ho aderito con molta convinzione all’invito che l’Esecutivo nazionale mi ha rivolto affinché possa portare la mia testimonianza di donna meridionale di una delle Regioni, la Calabria, da tempo colpita dalle politiche neoliberiste, che hanno aumentato a dismisura il divario economico, sociale e territoriale tra aree sviluppate e aree sottosviluppate del paese.

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In una situazione del Paese che ha visto e vede i disastri della prima regionalizzazione nella sanità, resi drammaticamente evidenti dallo scoppio della pandemia; in una situazione che vede aumentare ogni giorno di più le diseguaglianze tra i territori e all’interno dei territori stessi, dal nord al sud del Paese, è inaccettabile che un governo proceda in tutta fretta, nel silenzio generale, senza alcun dibattito reale nel Paese a varare un provvedimento che non solo aumenterebbe questo fossato, ma renderebbe concreto il pericolo di un’approfondimento/allargamento della regionalizzazione a ben 23 materie fondamentali (scuola, sanità, ambiente, infrastrutture, rapporti con l’UE…) che renderebbe reale il pericolo di smembramento della Repubblica e della sua “balcanizzazione”).

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Occorre finalmente comprendere che la questione dei territori sottosviluppati è una questione nazionale e proprio per questo occorre fermare il processo dell’autonomia differenziata, un processo opaco, chiuso nelle stanze del potere, di fatto reso inaccessibile dalle logiche spartitorie di una politica, che ha abnegato al proprio ruolo di cura degli interessi della società civile e di collante per la coesione sociale, e promuovere finalmente nel Paese un vero dibattito pubblico che possa informare i cittadini su ciò che si preparando e che fermi qualunque deriva divisiva e antidemocratica.

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