di CARLO RANIERI*
I diritti non sono negoziabili creano diseguaglianze e dumping sociale che affosseranno l’intera economia italiana dove il sud è il primo mercato del Nord.
La Repubblica è parlamentare ma il per la maggioranza di Cdx è presidenziale. Le commissioni e il Parlamento sono di fatto esautorati dalle loro prerogative, conta solo la volontà del leader e dei Presidenti di Regione magari dello stesso colore politico. Ma i diritti non sono negoziabili il Sud non è una zavorra, ma una risorsa.
Un appello ai deputati del Cdx calabresi non votate il C. 1665 ddl calderoli , come hanno fatto i 45 senatori meridionali di cui 4 calabresi, sarà un disastro per la salute e la coesione sociale della nostra regione e non sarete più rieletti.
L'ufficio parlamentare di bilancio, scrive che la quantificazione del costo dei LEP deve essere fatto prima, cioè si quantificano le risorse, si sottraggono le spese per i LEP e il residuo si usa per le funzioni da devolvere alle regioni che vogliono acquisirle (aggiungo io con una clausola di recessione) dove basta la sola volontà delle stato come in Germania con i lander a riprendersi le materie . Certamente non si possono togliere asili, infrastrutture ... a chi c’è l’ha già ma si devono dare a chi non c’è l’ha.
Sui LEP il Parlamento deve dire la sua è una precisa prerogativa costituzionale, perché i diritti non sono uguali in tutto il territorio nazionale. Io sono calabrese, cittadino italiano come quello lombardo e voglio gli stessi diritti e quindi gli stessi LEP dei lombardi, le diseguaglianze non vanno bene è anche se costano devono cessare. Dicono gli americani che i diritti costano e quindi bisogna individuare le risorse e attuare dei LEP equi non essenziali.
Fare subito le intese su materie cosi definiti NO LEP da una commissione di esperti (CLEPS) che non ha spiegato perché queste materie non sono LEP, non va bene lo deve dire il parlamento. Questa autonomia differenziata cosi come congegnata “accentuerà il dumping sociale” se non si mettono tutte le regioni sullo stesso piano, gli imprenditori localizzeranno le proprie attività in quelle più infrastrutturate, dove avranno maggiore redditività.
Se lo Stato si tiene il sud come una zavorra, lo Stato stesso affonda, nel mezzogiorno vive un terzo della popolazione italiana e siamo il principale mercato del Nord.
Si deve evitare il dumping sociale, la nostra costituzione non è la carta dei diritti mercantili europei. L’Italia ha puntato sui diritti fondamentali, i diritti sociali che vengono prima del denaro e questa graduazione, questa gerarchia deve essere mantenuta. Non è più possibile tornare indietro dopo le intese la trasformazione dello stato diventa irreversibile, perché il PD nel 2001 la pensò cosi e quando le riforme non sono fatte bene questi sono gli effetti, il che non significa che il centro-destra deve continuare negli errori, perché se uno ha fatto un errore deve avere la capacità di rendersene conto e di emendare l'errore.
La concessioni di particolari forme di autonomia è una deroga al principio di uguaglianza e non solo occorre che sia palesato, ma comprovato che l'interesse territoriale giustifica la migliore gestione nel territorio e che la Regione sia meglio dello Stato, questo è il punto perché è meglio dello Stato? Va detto e comprovato, nel campo dei diritti non si possono attribuire patenti di primi della classe, servono le prove.
Questo testo normativo non può in alcun modo, trascurare o rappresentare una deroga ai principi contenuti nella Parte Prima della costituzione. L’autonomia differenziata disegnata nel DDL non è l’unica modalità di realizzarla, il diritto non è la matematica. In primo luogo non si dovrebbero concedere tutto il blocco delle materie e delle funzioni all’interno delle materie, anche perché il 116 parla di “concernenti le materie” cioè non tutte le materie è possibile concederle e come un menù di 23 portate, per caso si prendono tutte?
E’ vero che il Presidente del Consiglio ha la possibilità di selezionare mettendo o togliendo alcune materie o funzioni, ma non è bene che lo faccia il Presidente, lo deve fare il Parlamento con legge, se è il presidente a negoziare, potrebbe essere oggetto di un favore politico verso una regione dello stesso colore. Ma i diritti degli italiani non sono negoziabili, non ci deve essere una cessione in blocco di materie che non si possono trasferire a scatola chiusa, serve la dimostrazione fondamentale da parte della regione dell’interesse ad avere una materia.
Il legislatore non può dire cedo queste materie o funzioni ad una regione senza una spiegazione documentata, ci vuole un interesse particolare che giustifichi la deroga al principio di riparto della giurisdizione e dimostrare la ricaduta dei benefici sulle altre regioni.
Altro elemento essenziale è la forma, con questo DDL il Parlamento deputato alla legislazione viene di fatto esautorato, nel procedimento per ben cinque volte interviene il Governo, ma l’Italia è una Repubblica parlamentare, la sovranità è del popolo che la esercita attraverso il parlamento si deve seguire il dettato costituzionale (SEZIONE II – La formazione delle leggi).
Il Parlamento deve recuperare la sua centralità ed entrare decisamente nell'intesa, perché la formazioni delle leggi sono prerogative parlamentari, non si può dire come nell’art. 2 c. 7 approvare o non approvare oppure omettere tranquillamente il parere delle commissioni, tanto decide il presidente del consiglio che non si conforma al parere delle commissioni.
Perché la Regione dovrebbe rinunciare alle materie concesse, senza la sua volontà non si può fare nulla il contratto “intesa tre le parti” prevede che devono essere entrambi d’accordo come nelle Regioni a Statuto Speciale, ma perché dovrebbero rinunciare a ciò che hanno in più delle altre regioni? Questa disposizione limita l'indirizzo politico delle future maggioranze.
Se assumiamo i tedeschi come modello, loro hanno ben pagato cinque punti di PIL per realizzare un regionalismo competitivo ma dopo avere messo tutti i Lander quasi allo stesso livello. La Germania ha fatto una piccola riforma nel 2006 intelligente è sostanziosa ma solo su sei materie marginali. Se lo stato tedesco ci dovesse ripensare, perché è cambiata la maggioranza e dice mi voglio riprendere quello che avevo concesso lo può fare, in Italia non lo può fare è un punto inemendabile perché è l’art. 116 a vietarlo, non a caso è stata presentata una proposta di revisione costituzionale prima firma Villone al Senato, che prevedeva la modifica del 116 ma è ferma.
Sintesi del procedimento di approvazione delle intese fra Stato e Regione dove il Parlamento fa da spettatore.
*ex funzionario del Consiglio regionale
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