di STEFANIA PAPALEO
Avance sessuali? Ma quando mai! L'ingegnere della Regione Calabria, che risulta vittima del furto di un Rolex con conseguente tentativo di estorsione, rilancia le sue accuse alla luce della decisione del Tribunale della Libertà di concedere gli arresti domiciliari a Stefano Ferro, addetto al servizio antincendio presso la Cittadella e finito in manette la sera del 14 luglio sulla base della denuncia del funzionario
L'indagato, dopo avere incassato un rigetto da parte del gip, aveva proposto ricorso davanti al Tribunale della Libertà per mano degli avvocati Saverio Loiero e Vittorio Aversa, sostenendo ancora una volta di aver ricevuto l'orologio in regalo dall'ingegnere dopo che quest'ultimo lo aveva invitato a fare una passeggiata in spiaggia per tentare un approccio.
Niente di più falso per la vittima e il suo difensore, l'avvocato Antonio Chiarella, a parere del quale si tratterebbe di "colossali e vergognose menzogne di cui l’interessato dovrà rispondere in sede penale, finalizzate esclusivamente ad alleggerire la propria posizione processuale". E puntualizza: "Il mio cliente è stato vittima di una brutale rapina e di una estorsione consumata in flagranza di reato, sui quali, dunque, c’è poco da obiettare e commentare. La concessione degli arresti domiciliari trova esclusivamente la propria ragione nella valutazione delle esigenze cautelari e non sposta di un millimetro la gravità indiziaria a carico dell’indagato, ben sorretta da imponenti e indiscutibili corredi probatori".
Il legale, infatti, si riferisce alle indagini portate avanti dai poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro, che, grazie alla collaborazione della parte offesa, sono riusciti a incastrare l'indagato, cogliendolo in flagranza di reato, ovvero con in tasca gli 8 mila euro che si sarebbe fatto consegnare dall'ingegnere in cambio della restituzione del Rolex che, peraltro, sempre il Ferro, aveva già provveduto a vendere a un compro oro ubicato nel centro storico di Catanzaro per una somma pari a 4.500 euro.
Ma andiamo con ordine. L'ingegnere e l'indagato si incontrano una sera a cena. Fanno due passi e si siedono a scambiare quattro chiacchiere sulla spiaggia di Roccelletta. A quel punto spunta un bulgaro non meglio identificato che intima all'ingegnere di consegnargli l'orologio. Lui rifiuta e sale in macchina per allontanarsi a tutto gas. Ma a quel punto l'uomo lo segue e lo raggiunge allo svincolo di Marcellinara. Lo blocca e, armato di pistola, gli strappa l'orologio dal polso. Qualche giorno dopo Ferro si presenta a casa sua e si propone come intermediario tra lui e il rapinatore, chiedendogli 8 mila euro da offrire per la restituzione del Rolex. Da lì la decisione dell'ingegnere di integrare la denuncia di furto, accordandosi con i poliziotti per consegnare al Ferro dei soldi tracciati e, dunque, identificabili. Stratagemma che, a conti fatti, ha funzionato, dal momento che ha permesso ai poliziotti di far scattare l'arresto in flagranza di reato e l'apertura del fascicolo che va avanti per i reati di rapina, estorsione e violenza privata, quest'ultimo reato legato alla figura del bulgaro di cui Ferro continua a negare l'esistenza.
Alla Procura, adesso, il compito di delineare ruoli e responsabilità rispetto a questa brutta storia di mezza estate.stabilire la verità.
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