Azienda unica di Catanzaro. "Autonomia dell'Università violata": ecco perché il governo ha impugnato la legge regionale

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Il ricorso dell'Avvocatura generale dello Stato contro l'ultima legge del'integrazione dei due ospedali di Catanzaro

  21 luglio 2020 16:06

di GABRIELE RUBINO

Profili di incostituzionalità fotocopia a quelli delle legge regionale precedente, con l'unica vera novità rappresentata dalla violazione dell'autonomia dell'Università. Lo sospettavano in molti, ma adesso sono scritti nero su bianco. Buona parte dei rilievi formulati dall'Avvocatura generale dello Stato, confluiti nel ricorso innanzi alla Corte Costituzionale contro la legge regionale sull'integrazione degli ospedali di Catanzaro Pugliese-Ciaccio e Mater Domini licenziata dal Consiglio regionale lo scorso 30 aprile (con la legge n. 1, il provvedimento omnibus di manutenzione normativa), sono uguali a quelli con cui il governo aveva silurato il "primo" tentativo calabrese di fondere le due aziende ospedaliere del capoluogo, risalente al marzo 2019. La decisione di impugnare la legge regionale era stata assunta dal Consiglio dei ministri lo scorso 25 giugno. 

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LEGGI QUI IL CONSIGLIO DEI MINISTRI IMPUGNA LA LEGGE DEGLI OSPEDALI DI CATANZARO, MA ISTITUISCE UN TAVOLO TECNICO

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IL SOLITO PASTICCIO SULLA FORMULA GIURIDICA DELLA FUSIONE. E' UNA NUOVA AZIENDA QUINDI LA LEGGE REGIONALE NON BASTA- La prima 'bocciatura' arriva sulla formula giuridica utilizzata per arrivare all'azienda unica. Il legislatore regionale utilizza il termine "integrazione", che per l'Avvocatura dello Stato è atecnico e non identifica l'operazione dal punto di vista giuridico. Tuttavia poiché le norme successive della legge regionale prevedono che l'azienda unica acquisisca "personalità giuridica pubblica e autonomia imprenditoriale ai sensi della vigente normativa statale" e che ancora subentri "nelle funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi" delle preesistenti aziende, allora non può che voler dire che la "Regione Calabria ha inteso costituire una nuova azienda ospedaliero-universitaria". Per essere più chiari con una formula, si è configurato: A (Pugliese-Ciaccio) più B (Mater Domini) uguale a C (Mater Domini-Pugliese Ciaccio). Ma questo non poteva essere fatto con una semplice legge regionale. Infatti, come si legge nel ricorso alla Corte Costituzionale, una nuova azienda ospedaliero universitaria deve seguire la procedura fissata dall'articolo 4 del Dlgs 502 del 1999. La scansione doveva essere la seguente: proposta regionale di istituire una nuova azienda (formulata d'intesa con l''università, cosa che è mancata) da essere sottoposta al ministero della Salute che a sua volta la portava in Consiglio dei ministri per l'adozione di un Dpcm che autorizzava l'istituzione della nuova creatura. Il vecchio Programma Operativo regionale, prevedeva non la creazione di una nuova azienda, bensì la fusione per incorporazione del Pugliese in Mater Domini. Tornando alle formule, doveva essere: A (Pugliese) più B (Mater Domini) uguale a B1 (Mater Domini- Pugliese Ciaccio). In ogni caso c'è stato l'avvertimento del governo, per cui "deve escludersi in via di principio la possibilità, per la legge regionale, di poter intervenire sulle vicende istitutive, o comunque organizzative, delle aziende ospedaliere universitarie, che in quanto tali, godono di uno speciale statuto di autonomia". Dunque non solo violazione dell'articolo 117, ma anche dell'articolo 33 della Costituzione. 

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L'AUTONOMIA UNIVERSITARIA VIOLATA SUL PROTOCOLLO D'INTESA- Ed è proprio 'l'autonomia' accademica violata che sarebbe la novità contenuta nel ricorso, o certamente la più rimarcata dall'Avvocatura dello Stato. La legge pone come condizione di efficacia dell'integrazione degli ospedali la sottoscrizione del protocollo d'intesa fra Università (Umg) e Regione Calabria, definendo "nuovamente i rapporti in materia di attività integrate di didattica, ricerca e assistenza". I criteri minimi cui devono attenersi i protocolli sono di competenza statale. "Nella norma qui censurata, invece, tali protocolli costituiscono il cascame- si legge nel ricorso- di una legge regionale, che dispone, illegittimamente, la costituzione di una nuova AOU". "Tale previsione, dunque, viola nuovamente il principio dell'autonomia universitaria di cui all'articolo 33, ultimo comma, della Costituzione, poiché, determina inevitabilmente una soluzione di continuità rispetto a tutte quelle attività dell'Ateneo in corso e fondate sulla programmazione che lo stesso ha determinato in attuazione del protocollo in atto con la Regione, con riferimento - si legge ancora- alle funzioni di didattica e di ricerca (di competenza dell'università) e in particolare in merito all'accreditamento dei corsi di studio dell'Ateneo dell'area medico sanitaria". 

IL PRESIDENTE DELLE REGIONE NON PUO' FIRMARE IL PROTOCOLLO- E sempre sul protocollo d'intesa c'è un altro problema. La legge regionale prevede che sia firmato dal rettore dell'Umg, dal commissario ad acta ed anche dal presidente della Giunta regionale (emendamento dell'ultimo minuto in Aula). Tuttavia questo cozzerebbe con i compiti del commissario Saverio Cotticelli, nominato nel 2018 dal governo. Fra gli acta del generale dei carabinieri, è prevista proprio la stipula di un nuovo protocollo d'intesa con l'Università. "Compito e funzione - prioritaria, precipua ed esclusiva- del commissario ad acta", rispetto a cui la "Regione commissariata non può indebitamente ingerirsi affiancandosi, per via normativa, al commissario nominato". 

Se il ricorso arriverà effettivamente innanzi alla Consulta è tutto da vedere. Lo stesso Consiglio dei ministri pur impugnando la legge regionale aveva precisato che sarebbe stato istituito un tavolo tecnico (in particolare presso il Miur) per superare proprio i presunti profili di illegittimità costituzionale.  

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