"Il danno per i calabresi di non avere una sanità funzionante viene confermato nell’ultimo verbale del tavolo dei ministeri che vigilano sul piano di rientro, dal quale è emerso che il punteggio provvisorio dei LEA (livelli essenziali di assistenza) pari a 119, è ben al di sotto della soglia minima di adempienza fissata a 160. Così i calabresi subiscono la beffa di essere “ultra-tassati” a causa dalla voragine irrisolta della sanità". E' quanto si legge in una nota di Antonio Nisticò coordinatore cittadino Associazione I Quartieri.
"Per ben due anni consecutivi, - prosegue - sulle dichiarazioni dei redditi (2020 e 2021) i cittadini pagheranno l’aliquota massima dell’addizionale regionale Irpef ed Irap. Un automatismo punitivo causato dallo sforamento delle coperture fiscali dei bilanci del 2018 e del 2019, tutto frutto di una scellerata politica sanitaria regionale. Va ricordato che, oltre alla quota ordinaria della sanità (un bilancio “lordo” di 3,8 miliardi di euro in cui, purtroppo, è ricompreso il saldo netto della mobilità passiva da circa 250 milioni all’anno) esiste già di base un’extra-cuscinetto fatto di tasse: 100 milioni di sovra-aliquote e circa altri 8,5 milioni del fondo sociale. Ebbene, sui conti economici 2018 e 2019 questi tetti sono stati squarciati".
"Nel 2018, - evidenzia - il disavanzo lordo è stato di circa 213 milioni, al netto delle coperture di cui sopra di circa 105 milioni di euro. Queste risultanze certificate dal Tavolo Adduce nell’aprile 2019 peraltro portano l’allora governo Conte 1 a predisporre il Decreto Calabria 1, la prima legge speciale sulla sanità calabrese già commissariata da oltre un decennio. Nell’anno successivo, le cose non sono migliorate affatto e va considerato che il meccanismo perverso dei debiti su debiti ha prodotto un circolo vizioso. Infatti, l’aumento dell’Irpef e dell’Irap nel 2020 ha coperto solo una parte del buco di 105 milioni, per cui nell’anno successivo si partiva da un macigno di quasi 42 milioni di euro".
"Sono proprio i Ministeri vigilanti sul bilancio 2019, gestiti dalla politica romana, - ribadisce - quella che oggi scende in Calabria ed annuncia la fine dei commissariamenti. La stessa politica ministeriale che scriveva: "La Regione Calabria a Conto consuntivo 2019 presenta un disavanzo di 225.418 mln di euro. Dopo il conferimento delle coperture, per 106.622 mln di euro, derivanti dal gettito delle aliquote fiscali massimizzate per 98.064 mln di euro e dal conferimento di 8.558 mln di euro quale quota sociale delle prestazioni socio-sanitarie presente sul Bilancio regionale 2020 destinata ai costi 2019, il risultato di gestione del Conto consuntivo 2019 evidenzia un disavanzo di 118.796 mln di euro. In considerazione del disavanzo non coperto relativo all’anno 2018, pari a 41.813 mln di euro (è il residuo dell'esercizio precedente peraltro costato ai calabresi l'incremento dell'addizionale all'Irpef e dell'Irap) il disavanzo complessivo cui dare copertura è pari a 160.609 mln di euro"".
"Questa cifra peraltro era comparsa nella relazione illustrativa del nuovo Decreto Calabria, a dimostrazione quasi della volontà di un abbuono, ed infatti si legge ancora: "Tavolo e Comitato procedono, altresì a calcolare il risultato di gestione al netto della svalutazione dei crediti di 62.596 mln di euro operata dalla AOU Mater Domini e relativa alla Fondazione Campanella. Al netto di tale svalutazione crediti, il risultato di gestione rideterminato risulterebbe essere un disavanzo di 162.822 mln di euro. Dopo il conferimento delle coperture per 106.622 mln di euro, residuerebbe un disavanzo d 56.200 mln di euro. In considerazione del disavanzo non coperto relativo all’anno 2018, pari a 41.813 mln di euro, il disavanzo complessivo cui dare copertura risulterebbe pari a 98.013 mln di euro". Eccoci qui oggi, - conclude Nisticò - quella politica che nelle ultime tre legislature regionali ha fatto solo campagna elettorale sulle spalle dei calabresi è la stessa politica, ricandidata, che ha contribuito al debito mostruoso della Fondazione Campanella che dimostra come nascondere nel cassetto gli scheletri non funziona"
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