Baldari (Cgil), Giordano (Cisl), Bartoletti e Laria (Uil): “Tutto il pubblico impiego calabrese aderisce alle iniziative di mobilitazione nazionale di oggi”

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images Baldari (Cgil), Giordano (Cisl), Bartoletti e Laria (Uil): “Tutto il pubblico impiego calabrese aderisce alle iniziative di mobilitazione nazionale di oggi”

  13 novembre 2020 08:53

Nell’ambito delle iniziative regionali e territoriali di mobilitazione a sostegno dello Stato di agitazione del pubblico impiego proclamato dalle Segreterie Nazionali di FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UIL PA per le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, i rinnovi contrattuali, la revisione dei sistemi di classificazione, lo sblocco delle relazioni sindacali e della contrattazione integrativa nella Pubblica Amministrazione, , le Segreterie regionali del pubblico impiego di CGIL, CISL e UIL della Calabria, rappresentate da Alessandra Baldari (Fp Cgil Calabria), Luciana Giordano (Cisl Fp Calabria), Elio Bartoletti (Uil Fpl Calabria) e Loredana Laria (Uil Pa Calabria) hanno convocato in videoconferenza per il prossimo 13 novembre, alle ore 15.00, l’assemblea unitaria dei dipendenti dei Comparti Sanità, Funzioni Locali e Funzioni Centrali di tutta la Calabria. Gli argomenti trattati all’ordine del giorno riguarderanno lo Stato di agitazione dei Lavoratori del pubblico impiego e l’adesione con metodologia virtuale alla giornata di mobilitazione del 13 novembre 2020 “Pubblico per il Pubblico – Lavoratori uniti per dare cure e servizi ai cittadini”.

“Una iniziativa, quella del 13 novembre, che vedrà i Lavoratori pubblici di tutta Italia protestare in sit-in negli spazi antistanti i Presidi Ospedalieri del nostro Paese per esprimere tutta la vicinanza e la solidarietà ai colleghi della Sanità, che in questo malaugurato anno 2020 hanno dovuto fronteggiare l’emergenza da COVID-19, combattendo inizialmente addirittura senza i dispositivi di protezione individuale e senza Protocolli e direttive univoche che definissero i comportamenti da adottare per affrontare un infido nemico sconosciuto che tante vittime sta mietendo in tutto il mondo. Lavoratori pubblici che protestano per altri Lavoratori pubblici, gli Operatori della Sanità, dunque per Medici, Infermieri, OSS, Tecnici di Laboratorio, Tecnici di Radiologia, Anestesisti, Pneumologi, Infettivologi, Ricercatori e quant’altro che stanno prestando il loro soccorso a una popolazione di pazienti atterriti da questo virus e lo stanno facendo in condizioni davvero insostenibili, quali orari di lavoro, turni, stress, esposizione al contagio ( si contano molte vittime fra gli addetti al SSN) e purtroppo, ancora oggi, misurandosi con un Sistema sanitario che non riesce a garantire una risposta adeguata in termini di organizzazione dei Reparti e dei percorsi COVID, di un sufficiente numero di posti letto per i pazienti COVID, di strumentazione e soprattutto in termini di risorse umane, assolutamente insufficienti rispetto al fabbisogno. A tutto ciò si aggiunga l’impossibilità di garantire le cure ai “pazienti ordinari”, privati, per le ragioni sopra dette, della possibilità di ricorrere all’assistenza sanitaria e ospedaliera. In Calabria, purtroppo, non è stato possibile organizzare alcun presidio e sit-in negli Ospedali per le limitazioni imposte dalla “Zona Rossa”. Per questa ragione, le Federazioni regionali e territoriali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL calabresi hanno innanzitutto inviato una lettera, con le ragioni della mobilitazione, ai cinque Prefetti della Calabria, per l’inoltro la Governo nazionale, e un appello alla Deputazione dei parlamentari calabresi per avere il loro sostegno in merito alla vertenza. Hanno, inoltre, ritenuto di riunire in videoconferenza tutti i dipendenti pubblici della nostra Regione, convinti che la Calabria abbia un milione di motivi in più per esprimere tutto il dissenso nei confronti di un Sistema Sanitario regionale che sta mettendo, da troppo tempo, a dura prova la resistenza e la forza di volontà dei Professionisti della sanità”,  scrivono Cgil, Cisl, Uil.

“Un’assemblea virtuale, dunque, per aprire un dibattito serio sulle condizioni del pubblico impiego, ormai esamine a causa dei tagli alle risorse finanziarie e umane perpetrate dai vari Governi nazionali nell’ultimo ventennio, ma soprattutto per aprire una finestra di confronto attivo sulla disastrosa situazione in cui versa la nostra Sanità e sui troppi sacrifici imposti agli Operatori sanitari. I fatti degli ultimi giorni che hanno coinvolto la Struttura commissariale, i servizi televisivi su indagini e denunce realizzate da giornalisti caparbi e determinati hanno, ancora una volta, messo in luce tutta una serie di responsabilità, più e più volte denunciate dalle scriventi nel corso degli anni, sul buio che avvolge questo inefficiente Sistema Sanitario. Responsabilità equamente imputabili ai vari livelli a tutti coloro che avrebbero dovuto agire e risanare ma che invece deliberatamente, per vergognosi egoismi di profitto e di potere, hanno voluto spingere la Sanità calabrese in un baratro dal quale potrà emergere soltanto con una radicale azione di bonifica, affidandone la conduzione a Professionisti di conclamate esperienza e capacità tecnico-scientifico in campo sanitario nonché etico e morale. FP CGIL, CISL FP e UIL FP Calabria proseguiranno la loro opera di vigilanza, di denuncia e di proposta, confermando ancora una volta la massima collaborazione alla nuova Struttura commissariale, nella certezza, però, che pretenderanno risposte immediate e concrete per i calabresi e per gli Operatori sanitari”, spiegano Baldari, Giordano, Bartoletti e Laria.

NOTA DEPUTAZIONE PARLAMENTARE CALABRIA STATO AGITAZIONE PUBBLICO IMPIEGO- Alessandra Baldari (Fp Cgil Calabria), Luciana Giordano (Cisl Fp Calabria), Elio Bartoletti (Uil Fpl Calabria) e Loredana Laria (Uil Pa Calabria) inoltre hanno scritto ai deputati e ai senatori della circoscrizione Calabria. Ecco il testo sottoscritto e inviati dalle segreterie del pubblico impiego dei sindacati calabresi:

“Gentili onorevoli Deputati e Senatori della delegazione parlamentare della regione Calabria, com’è noto, nel disegno di legge di bilancio per l’anno 2021 le risorse stanziate dal Governo per avviare il negoziato relativo al rinnovo dei contratti pubblici 2019 -2021 sono assolutamente insufficienti. Inoltre, in essa non si riscontra la prospettiva di un piano di investimenti finalizzato ad un progetto di reclutamento straordinario necessario per colmare le gravi carenze di organico che interessano tutte le pubbliche amministrazioni, ignorando, tra l’altro la necessità di emanare provvedimenti che possano garantire la stabilizzazione dei numerosi precari a cui gli Enti hanno fatto ricorso, costretti al rispetto dei vincoli assunzionali e dei tetti di spesa del personale per poter assolvere alle loro funzioni. A tal proposito, non si evidenziano indicazioni normative utili a superare i tetti e i vincoli che costringono la contrattazione collettiva integrativa negli Enti e nelle Amministrazioni delle funzioni centrali, nella Sanità e nelle funzioni locali. Si registra, tra l’altro, un arretramento delle relazioni sindacali con il Ministro della Pubblica Amministrazione, la quale accompagna le sue affermazioni sulla volontà di innovazione e sviluppo dei servizi pubblici ad un atteggiamento ostile fino ad interrompere le relazioni sindacali che è culminato nell’emanazione di un Decreto Ministeriale sul lavoro agile, determinando un ulteriore squilibrio tra legge e contratto, che conferisce al datore di lavoro pubblico poteri indiscussi su materie oggetto di contrattazione collettiva, come la disciplina del rapporto di lavoro agile o la flessibilità dell’orario di lavoro, con grave riduzione delle prerogative sindacali e minori tutele per le lavoratrici ed i lavoratori. Le risorse stanziate nella legge di bilancio, integrate con 400 milioni di euro per l’anno 2021 sono insufficienti per l’avvio di un confronto sul rinnovo contrattuale dei servizi pubblici, dato che l’importo previsto è comprensivo delle risorse necessarie per il finanziamento dell’indennità di vacanza contrattuale che è già in corso di erogazione e dell’elemento perequativo. La somma di questi importi che non sono aggiuntivi cuba un incremento delle retribuzioni medie complessive del personale delle funzioni centrali, locali e della sanità, per il periodo 2019 – 2021, non del 4,15%, come riportato da alcune dichiarazioni, ma un aumento inferiore al 3,48% indice previsto per il rinnovo della tornata contrattuale 2016 – 2018. Le risorse stanziate, invece, dovrebbero finanziare, oltre che l’aumento retributivo, la revisione dei sistemi di classificazione e inquadramento del personale fondamentale per lo sviluppo professionale, per aggiornare la funzionalità dell’organizzazione del lavoro e dei servizi e incrementare i fondi della contrattazione integrativa, finalizzati a remunerare le responsabilità, le professionalità e il disagio collegati alle funzioni. La seconda ondata della pandemia da Covid – 19 ancora una volta mette in evidenza la necessità e l’importanza dei servizi pubblici a garanzia della tenuta dello Stato in cui si distingue l’impegno straordinario del personale sanitario, delle funzioni centrali e delle funzioni locali, pronto, ancora una volta, a fronteggiare l’emergenza epidemiologica. Le OO.SS., FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, consapevoli della fondamentale importanza del contributo dei lavoratori pubblici, chiedono già da tempo l’avvio di un confronto per rinnovare le pubbliche amministrazioni i cui dipendenti, nella prima fase della pandemia, hanno affrontato con grande impegno e versatilità il cambiamento delle modalità operative e sacrifici da parte i tutti i sanitari che non hanno risparmiato nulla mettendo a rischio la loro stessa sicurezza. Una fase da cui è chiaramente emerso quali siano le potenzialità del lavoro pubblico per le quali sono necessari investimenti mirati, uno straordinario piano di assunzioni, attese le gravi carenze e l’elevata età media del personale, un serrato confronto sui processi di innovazione, digitalizzazione e riorganizzazione. Le Federazioni nazionali di categoria di CGIL, CISL e UIL, con una lettera dello scorso 19 ottobre, indirizzata a tutti i Ministri della Repubblica, al Presidente della Conferenza Stato – Regioni e ai Presidenti di ANCI e UPI, che alleghiamo alla presente, hanno chiesto un incontro su tutte queste tematiche ed hanno proclamato lo stato di agitazione. Per le stesse motivazioni, le scriventi Federazioni di categoria, FPCGIL, CISL FP e UIL FPL della Calabria, chiedono alla Deputazione della Calabria in indirizzo di sostenere le azioni promosse dalle OO.SS. e farsi portavoce della necessità di valorizzare il lavoro pubblico con maggiori risorse, considerando che, soprattutto nella nostra regione caratterizzata da un fragile tessuto economico, esso necessita di un grande rinnovamento e costituisce il fondamento su cui costruire un nuovo modello di sviluppo. Inoltre la condizione del nostro Sistema Sanitario Regionale richiede un particolare impegno per una radicale riorganizzazione che possa ridare ai cittadini calabresi la possibilità di esercitare il fondamentale diritto costituzionale alla salute fortemente compromesso da anni di trascuratezza e malagestione che, in tempi di pandemia ha evidenziato la profonda fragilità che lo caratterizza, condizionando la vita dei cittadini, minando la salute e sicurezza dei lavoratori sanitari, ormai in numero assolutamente insufficiente anche in tempi di ordinaria assistenza e compromettendo anche tutto il tessuto economico e sociale. Certi del vostro sostegno e della vostra azione proattiva, siamo disponibili al confronto sulle specificità della nostra regione e anticipiamo il nostro ringraziamento”. 

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