Balsamo a Letta: "Tornate alle fabbriche e uscite dalle Ztl"

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Avvocato Francesco Balsamo
  13 agosto 2022 15:56

di FRANCESCO BALSAMO*

Chi sta facendu a “lumeredda”? Questo mi chiese un anziano signore  circa 40 anni fa all’uscita dai seggi a Tiriolo! Non era fascista, o, almeno, nonostante il fisico imponente, non dimostrava di esserlo. 
Non aveva ucciso nessuno. Non aveva picchiato alcuno. Non aveva messo bombe sui treni. Non auspicava il ritorno di Lui. 

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Aveva speso una vita a lavorare per garantire una vita dignitosa alla propria famiglia.  In onestà. Con sacrifici.  Lontano dagli intrallazzi e dagli inciuci di potere.  Come mio padre. E come gli altri circa cento elettori che non si sono mai vergognati di mettere una ics sulla fiamma.  Anzi erano orgogliosi.  Perché eravamo diversi.  Quante gioie quando sfondavamo i 120 voti. O quando aumentavamo a livello nazionale di uno zero virgola. E quando vincevamo a Bolzano contro tutti, anche contro chi voleva regalarlo agli austriaci, o a Catania. Eravamo felici.  Non volevamo vincere. 

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Volevamo semplicemente essere riconosciuti nel gioco democratico.  Non eravamo sporchi brutti e cattivi. 
Eravamo cittadini normali.  Che lavoravano, studiavano e vivevano per un’Italia ed una Europa migliore. 
Si cercava di essere esempio.  Anche per le future generazioni.  Credevamo nella meritocrazia, nel rispetto, nel lavoro e nella parola data.  Non chiedevamo niente. Non volevamo niente.  Trovavamo ingiusto che venissero difesi gli assassini che bruciavano vivi poveri figli di proletari.  E quanta dignità nei volti di quei poveri genitori nei funerali con le bare avvolte dalla bandiera italiana. Era inaudito non fare svolgere un congresso nazionale ad un partito che rappresentava democraticamente milioni di elettori. 
Era assurdo non consentire la presentazione di libri e di eventi.  Pazzesco dover cambiare università e scuole.  Perché all’epoca era un hobby di moda, per figli annoiati di papà, uccidere un fascista. Tanto sapevano  che l' avrebbero fatta franca. 

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Questa si… non era democrazia.  Diversi, semplicemente diversi.  Amavamo il tricolore. E ci commuovevamo sentendo l’inno nazionale.  Eravamo diversi anche Nello scegliere e votare Borsellino quale Presidente della Repubblica.  Negli anni di tangentopoli eravamo tranquilli Nell’ ascoltare il telegiornale e sapere che nessun deputato e senatore sarebbe stato indagato o, peggio, arrestato. 
Passano gli anni cambiano le persone. Ma non i simboli e gli ideali. Quelli non potranno essere cancellati. 
Caro Letta, pensa al Tuo partito.  Non capisco su quali basi morali ed etiche possiate chiedere la cancellazione di un simbolo e dare patenti di democrazia.  Tornate nelle fabbriche. Uscite dalle ztl. Dai vostri  attici vista Colosseo serviti dal povero Bangla pagato in nero. Dalle vostre cucce con cani possessori di decine di migliaia di euro.  Incontrate i disoccupati veri. Gli operai delle poche fabbriche rimaste. I parenti delle centinaia di vittime sul lavoro. Nelle periferie. E vedrete con stupore che tante saranno le persone che, ancora oggi, cercano la “lumeredda” per poterla votare.

*Ex vice sindaco di Tiriolo

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