Banca d'Italia, PIL in crescita dell'1,3% in Calabria: l'occupazione cresce ma i consumi sono deboli

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  13 novembre 2025 13:21

di MARCO VALLONE

E' andata in scena questa mattina, presso la Filiale di Catanzaro, la consueta conferenza stampa con cui la Banca d'Italia ha presentato l'aggiornamento congiunturale sullo stato dell'economia calabrese nel primo semestre dell'anno. “Nei primi sei mesi del 2025 – si legge nel rapporto della Banca d'Italia - il livello di attività economica in Calabria è aumentato in misura moderata. Le stime basate sull’indicatore trimestrale dell’economia regionale della Banca d’Italia indicano per il primo semestre un' espansione del prodotto interno lordo (Pil) dell’1,3%, un dato superiore a quello nazionale e del Mezzogiorno”.

Il nuovo direttore di Filiale, Maurizio Silvi, subentrato recentemente al precedente direttore Marcello Malamisura, ha ironicamente commentato di portare evidentemente fortuna, visto che “per la prima volta leggo per la Calabria degli indicatori tutto sommato positivi – ha affermato - rispetto anche a un confronto a livello nazionale. Tutti i vari indicatori sembrano andare in quella direzione: crescita dei fatturati, andamento delle esportazioni, le condizioni del mercato del lavoro”.

”I risultati del sondaggio congiunturale della Banca d’Italia, condotto tra settembre e ottobre, evidenziano - prosegue l’istituto nel rapporto - una crescita del fatturato delle imprese calabresi nei primi nove mesi dell’anno. La redditività e la liquidità aziendale sono rimaste su livelli elevati. L’attività di investimento delle imprese ha manifestato una dinamica favorevole. Dopo la stabilizzazione registrata lo scorso anno, l’industria in senso stretto ha mostrato segnali di miglioramento. L’attività delle costruzioni – continua Bankitalia - è rimasta particolarmente elevata, sostenuta ancora dal segmento delle opere pubbliche: vi ha contribuito la spesa per investimenti degli enti territoriali, favorita dall’avanzamento degli interventi connessi al Pnrr. L’attività è cresciuta anche nel terziario: permangono però difficoltà nel commercio”.

“Il miglioramento ha riguardato in particolare l'industria alimentare – ha evidenziato il ricercatore Antonio Covelli in conferenza stampa – e il comparto delle utilities. Per quanto riguarda l'industria agroalimentare essa ha tratto beneficio dalle vendite all'estero: continua in questo senso la fase di crescita in atto dal 2021. Nel primo semestre 2025 infatti le esportazioni di merci a prezzi correnti si sono attestate quasi a 500 milioni di euro, con una crescita del 4,6% rispetto al primo semestre del 2024. L'incremento ha riguardato soprattutto i prodotti dell'industria alimentare e quelli dell'agricoltura, che insieme rappresentano circa la metà dell'export del semestre”.

La Banca d’Italia, nel rapporto, fa poi presente che in Calabria “i livelli occupazionali sono aumentati a un ritmo superiore rispetto alla media nazionale e del Mezzogiorno. Questo andamento - si evidenzia - ha riguardato sia la componente alle dipendenze sia il lavoro autonomo. Il tasso di disoccupazione è diminuito sensibilmente, mentre il tasso di partecipazione è rimasto stabile. La crescita dell’occupazione ha continuato a sostenere i redditi delle famiglie calabresi, che sono aumentati anche in termini reali. L’utilizzo delle misure di sostegno al reddito si è mantenuto su livelli elevati e superiori alla media nazionale. La dinamica dei consumi – prosegue il rapporto - è rimasta debole, risentendo del basso clima di fiducia delle famiglie”.

In particolare, per quel che concerne il mercato del lavoro, la ricercatrice Graziella Mendicino ha sottolineato che, in base ai dati ISTAT, “il numero degli occupati, nel primo semestre del 2025, rispetto al primo semestre 2024, è aumentato del 5%. C'è da dire però che negli ultimi 4 anni l'occupazione in Calabria è cresciuta, ma meno intensamente rispetto alle aree di confronto. Quindi l'aumento di quest'ultimo semestre colma una parte del divario che si era accumulato in precedenza. In ogni caso il tasso d'occupazione è cresciuto al 46,5% ed è aumentato di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2024. Anche qui l'aumento è sì legato al fatto che gli occupati sono cresciuti, ma anche al fatto che la popolazione in età da lavoro nella nostra regione continua a diminuire. Questa fascia di popolazione è infatti diminuita ancora, rispetto al primo semestre 2024, dello 0,4%”.


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