Bando rifiuti Catanzaro, le conseguenze (politiche e amministrative) del passo indietro e quando sarà fatto il nuovo

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Mezzi della Sieco Spa
  02 agosto 2024 20:31

Il codice alfanumerico del contratto collettivo applicabile nel nuovo appalto e la mancata concertazione con le organizzazioni sindacali. Sono questi i due errori 'espressamente' ammessi nel corso della riunione odierna (fra i vertici politici e amministrativi del Comune di Catanzaro) che hanno affossato il nuovo avviso per l'aggiudicazione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti. Il primo rappresenta la 'causale' indicata nell'atto d'indirizzo della Giunta che ha 'suggerito' al settore Ambiente l'annullamento del contratto, avvenuta comunque due giorno dopo. Un codice che magari si sarebbero tradotto nella riduzione di 34 dipendenti (versione sindacale) o nella contrazione dei livelli reddituali (versione Talerico in Consiglio comunale) o una via di mezzo: 22 unità lavorative in meno, di cui 3 assunti da troppo poco tempo per essere riassorbiti, 7 amministrativi e 12 del servizio decespugliamento non più ricompreso nel nuovo appalto, che sia quello revocato ma anche per il prossimo poiché l'Autority nazionale del settore ha imposto che il servizio non possa essere coperto con i soldi della Tari. 

Da un punto di vista politico, trattandosi del bando finanziariamente più corposo del Comune (valore di quasi 84 milioni di euro(), è stato indubbiamente un pesante passo falso dopo i recenti relativi successi ottenuti con alcune manifestazioni estive. Per questo si è convenuto, nella predisposizione del nuovo bando, di procedere con calma. Impossibile che sarà pronto nel mese di agosto, molto più verosimile a settembre o, ancora meglio, a ottobre. D'altronde la concertazione (con sindacati e consiglieri comunali) costerà tempo e quindi il tutto slitterà. Anche perché c'è da modificare il quadro economico e quando si ha a che fare con risorse scarse bisogna ponderare tutte le scelte partendo da una bozza inviata dal Conai. 

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Se l'impressione diffusa è che non si voglia colpevolizzare eccessivamente nessuno, non dovrebbe subire conseguenze l'apparato politico-amministrativo ispiratore del bando. Arcuri rimarrà al suo posto (e con le sue deleghe), il dirigente Dominianni anche (ha da poco ricevuto la patata bollente di responsabile alla sicurezza ed è ha tempo determinato a scadenza fra un anno) pur se da settembre sarà sgravato dalle attività economiche visto l'arrivo di una nuova collega e, di certo, non tutte le responsabilità possono essere addebitate al Rup Nicola Lorenzo, che ha fatto sempre il suo. Di certo, dopo la vicenda, i rapporti fra i tre sono stati scalfiti a causa del classico gioco dello scaricabarile. Sempre dal punto di vista tecnico, anche se è stata la Giunta a dare impulso al settore per bandire l'avviso forse l'atto d'indirizzo di annullamento era evitabile. Sarebbe stata sufficiente la revoca dirigenziale, così come un maggiore coinvolgimento inziale della stazione appaltante comunale. Sempre sotto questo profilo, non si dimentichi che il Comune sta sopperendo ai ritardi di Arrical nel subentro dell'appalto così come andrà valutata la congruità dell'ennesima proroga concessa alla ditta privata (pur trattandosi di servizio pubblico essenziale). 

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E' chiaro che, da un punto di vista politico, Arcuri e di rigetto Talerico sono stati bersagli facili di singoli consiglieri così come di forze interne della stessa maggioranza. Si pensi alla presa di posizione del Partito democratico. Che abbia influito il limbo della fase di tagliando annunciata da Fiorita o meno, ha comunque pesato. Resta il fatto che la gestione del tutto non è stata irreprensibile. (g.r.)

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