Barberio, Procopi e Seró su Medicina Veterinaria a Catanzaro: "È tempo di azioni, non di proclami”

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Palazzo De Nobili
  15 maggio 2025 19:14

 “Alla luce delle recenti notizie sulla riattivazione della Facoltà di Medicina Veterinaria presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, rivolgiamo un appello chiaro e deciso al Ministero dell’Università e della Ricerca, alla Regione Calabria e al Rettorato dell’UMG: si proceda immediatamente all’attivazione del corso di laurea, senza ulteriori indugi o rinvii". Lo scrivono Antonio Barberio, Giulia Procopi, Raffaele Serò. 

"La città di Catanzaro ha già subito, negli ultimi anni, un progressivo e tangibile depotenziamento della propria attività formativa, a partire dal trasloco verso altri lidi della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Tale processo ha avuto ed avrà nel prossimo futuro ricadute gravi sul tessuto economico, sulla domanda abitativa e sulla vitalità sociale e culturale della città".
 
"L’istituzione della Facoltà di Medicina Veterinaria rappresenta un’occasione strategica non solo per diversificare e potenziare l’offerta didattica universitaria, ma anche per restituire a Catanzaro il ruolo di polo accademico di riferimento a livello regionale e interregionale. Parliamo di un corso tra i pochi nel Sud Italia, in grado di attrarre studenti, investimenti e progettualità nell’ambito della sanità animale, della sicurezza alimentare e dell’ambiente".
 
"Chiediamo al Presidente della Regione Calabria, On. Roberto Occhiuto, di sostenere concretamente, anche in sede di programmazione sanitaria e universitaria, questa istanza, inserendo i fondi necessari per far fronte alla realizzazione dell'ospedale veterinario. Al Rettore dell’UMG, prof. Cuda, chiediamo un impegno chiaro per garantire tempi certi, strutture adeguate per superare il vaglio dell'ANVUR e piena collaborazione con le istituzioni locali. Catanzaro non può permettersi ulteriori penalizzazioni. Serve una risposta concreta per rilanciare l’università e il tessuto socio-economico della città. È tempo di azioni, non di annunci”

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