Barbieri: "In Calabria diritti e bisogni dei bimbi sono aumentati, servono più risorse per interventi di prevenzione"
20 novembre 2025 17:24di MASSIMO BARBIERI*
Ogni anno, il 20 novembre si celebra la Giornata mondiale dei diritti dei bambini e degli adolescenti, colgo l' occasione come Giudice On. Per il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, per riflettere sul valore dell’infanzia e sul ruolo fondamentale della Scuola, della famiglia della società e dagli Ambiti Territoriali Sociali nel garantire a ogni giovane la possibilità di crescere in un ambiente sicuro, inclusivo e stimolante.
La data ricorda la firma, avvenuta nel 1989, della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il trattato sui diritti umani più ratificato al mondo, che sancisce il diritto di ogni bambino e bambina a essere protetto, ascoltato e valorizzato come individuo. Oggi, a distanza di oltre trent’anni, il documento resta un punto di riferimento imprescindibile per le politiche educative e sociali, ma anche una bussola per chi ogni giorno — nelle scuole, nelle famiglie, nelle istituzioni — lavora per costruire una società più equa e rispettosa delle nuove generazioni.
I diritti dei bambini non sono solo parole: cosa significa applicarli davvero
La Convenzione ONU individua quattro principi fondamentali:
la non discriminazione;
l’interesse superiore del minore;
il diritto alla vita e allo sviluppo;
il diritto all’ascolto.
Questi valori si traducono in azioni concrete che toccano ambiti diversi: dal diritto all’istruzione e alla salute, alla protezione contro ogni forma di abuso o sfruttamento, fino alla partecipazione attiva alla vita culturale e sociale.
Ma garantire i diritti non significa solo proteggerli: vuol dire anche educare alla consapevolezza. Aiutare bambini e adolescenti a conoscere i propri diritti significa renderli capaci di riconoscere le ingiustizie, di esprimersi e di contribuire in modo positivo alla comunità. Per questo la scuola è il luogo ideale dove i principi della Convenzione prendono vita: nella relazione con i docenti, nelle esperienze di gruppo, nei progetti di cittadinanza attiva e nelle attività che promuovono il dialogo e l’empatia.
La scuola come presidio dei diritti
Ogni scuola è, a tutti gli effetti, una comunità educante: un contesto in cui la tutela dei diritti non si insegna solo attraverso le parole, ma si pratica ogni giorno. Garantire pari opportunità di accesso all’istruzione, promuovere l’inclusione di studenti con background diversi, valorizzare le differenze culturali e di genere: sono tutte azioni che danno concretezza ai principi della Convenzione ONU.
Educare ai diritti significa anche formare cittadini e cittadine capaci di agire in modo responsabile, solidale e critico. Progetti di educazione civica, percorsi di sensibilizzazione e iniziative interdisciplinari aiutano le nuove generazioni a comprendere il valore del rispetto, della libertà e della partecipazione. È proprio nella dimensione scolastica che bambini e adolescenti imparano a esercitare il diritto alla parola, al confronto e alla collaborazione, trasformando la conoscenza in consapevolezza. Oggi più che mai abbiamo bisogno che i servizi Territoriali diano continuità ai servizi educativi. Pertanto è necessario che gli Ambiti Territoriali Sociali siano dotati di coperture finanziarie che possono garantire un servizio continuativo. Gli utenti non possono più aspettare le coperture dei singoli progetti che creano interventi senza futuro. La povertà educativa è diventata una vera e propria emergenza. Anche il personale sociale e Socio-Assistenziale a scadenza non è più tollerabile. Gli utenti non possono essere trattati con scadenze progettuali.Pertanto si chiede agli enti deputati alla copertura finanziaria di adoperarsi a creare un piano strutturale e continuativo.
*Giudice On Tribunale per i minorenni di Catanzaro
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