Basso profilo, il collaboratore Iaquinta in aula: "L'imprenditore Gallo era la mente di tutto"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Basso profilo, il collaboratore Iaquinta in aula: "L'imprenditore Gallo era la mente di tutto"
L'imprenditore Antonio Gallo
  07 ottobre 2022 17:23

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

Truffe all’Inps, assunzioni fittizie, fatture false, fallimenti e truffe alle banche, è quanto confermato dal collaboratore di giustizia, Domenico Iaquinta, questa mattina nel corso dell’esame condotto dal pm Sirleo e del controesame in videoconferenza da località protetta, nel corso dell’udienza del processo “Basso profilo”, svolto nell’Aula Assise del tribunale di Catanzaro presieduto da Fogari (giudici a latere: Giacchetti e Petrolo).

Banner

Domenico Iaquinta

Banner

"Basso Profilo" è il blitz che il 21 gennaio 2021 ha portato all’emissione di 50 misure cautelari. Al centro dell’indagine guidata dalla Dda di Nicola Gratteri i presunti collegamenti tra mafia, politica, imprenditoria e criminalità organizzata crotonese, catanzarese e reggina. 

Banner

Coinvolti consiglieri comunali e regionali, imprenditori e presunti colletti bianchi di Catanzaro e Crotone ritenuti a contatto con i maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura”, “Arena” e “Grande Aracri”

Il collaboratore conferma il ruolo apicale dell’imprenditore Antonio Gallo, attualmente detenuto nel carcere di Parma e ritenuto “la mente di tutto”.

Il collaboratore di giustizia nato a Crotone nel 1982, ammette di “aver fatto parte della ‘ndrangheta in un clan di Rocca Bernarda e di essere accusato di 416 bis, omicidio e truffa allo Stato”.

Poi dice: “Gallo me lo ha presentato la famiglia Trapasso  e lo chiamavano il principino: era ritenuto intoccabile. Era una persona intelligente e lavorava come faccia pulita per conto delle famiglie della zona: Trapasso, Mannolo, Falcone, Scerbo, Ferrazzo. Io ero il prestanome della Global service e avevo il compito di trovare gente da assumere e arrivammo a reclutarne circa 600. A me spettava il 10 o il 20 per cento ad assunzione e quindi per la disoccupazione. Ci guadagnavano tutti da queste operazioni: Gallo e le famiglie di ‘ndrangheta della zona. Questa gente me l’ha presentata Tommaso Rosa detto “tommy tommy”, che poi si è pentito anche lui”.

E spiega: “La società Global service aveva sede a Sellia marina, poi si trasferì a Simeri e poi ancora a Botricello. I soldi li teneva Antonio Gallo che era un personaggio potentissimo e faceva mangiare tutti. Io non sapevo nulla della ditta e di queste cose se la vedevano Gallo, Trapasso e Rosa. Questa società faceva fornitura di materiali, imprese di pulizia ma era tutta una simulazione: facevano assunzioni fittizie ed emettevano fatture false”.

Prima dell’esame del testimone gli avvocati Lomonaco e Staiano hanno presentato una nuova mozione sulle esigenze cautelari o di revoca per l’assistita Glenda Giglio, attualmente agli arresti domiciliari, ritenendo che non ci sia alcun pericolo che l’imputata possa ritornare nello studio del notaio Guglielmo, peraltro già assolto nel processo.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner