di EDOARDO CORASANITI
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare e quella del Tribunale della Libertà nei confronti di Saverio e Tommaso Brutto, padre e figlio, agli arresti domiciliari da gennaio 2021 nell’ambito dell’operazione “Basso profilo”, il blitz della Dda che a gennaio scorso ha portato all'emissione di 50 misure cautelari. Coinvolta criminalità organizzata, consiglieri comunali e regionali, imprenditori e presunti colletti bianchi (notai e avvocati) di Catanzaro e Crotone ritenuti a contatto con i maggiori esponenti delle 'ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come "Bonaventura", "Arena" e 'Grande Aracri”.
Padre e figlio (il primo ex consigliere comunale di Catanzaro e il secondo ex assessore del Comune di Simeri Crichi) sono accusati di aver fatto da raccordo tra l’imprenditore Antonio Gallo, ritenuto contiguo a cosche di ‘ndrangheta del Crotonese, e Francesco Talarico, all'epoca dei fatti candidato al Parlamento.
Rispetto all’accusa iniziale, i giudici del Riesame, pur escludendo la configurabilità dei rapporti dei Brutto nel circuito dell’aggravante mafioso (articolo 416 bis n.1 codice penale) e riqualificando in associazione semplice, hanno mantenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Ora i magistrati di piazza Cavour hanno accolto la tesi difensiva e annullato le misure cautelari. Rigettate le ragioni della Procura generale che si era detto contrario al ricorso presentato dai legali.
Gli indagati, già rinviati a giudizio a luglio scorso, sono difesi dagli avvocati Vincenzo Ioppoli e Angela La Gamma.
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