"Basso profilo", l'imprenditore Gigliotta ai domiciliari in attesa della sentenza in Appello

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  30 gennaio 2025 19:20

di TERESA ALOI

Le sue condizioni di salute sono incompatibili con il sistema carcerario così come stabilito da una perizia. E così  Umberto Gigliotta, condannato a 30 anni in primo grado (LEGGI QUI LA SENTENZA DI PRIMO GRADO), coinvolto nell'operazione della Dda di Catanzaro denominata "Basso profilo"  scattata il 17 giugno 2021, che ha portato all'emissione di 50 misure cautelari, è agli arresti  domiciliari. Assistito dagli avvocati Enzo Ioppoli e dal professore Roberto Rampioni, l'imprenditore catanzarese aspetterà la sentenza di secondo grado  (il processo di Appello è attualmente in fase dibattimentale) a casa, a Catanzaro. 

Associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione aggravata dal metodo mafioso,   e reati tributari, le accuse contestate a “Mister centomila”. Perché Umberto Gigliotta, per tutti “Mister centomila”, di soldi, a leggere le carte dell’ordinanza,  ne maneggiava tanti. 

Per la Dda  il 40enne catanzarese  “creava società fittizie preponendo soci e amministratori privi di alcuna capacità reddituale e privi di patrimonio passibile di escussione, società sprovviste di compagine aziendale e di sede reale, al fine di impedire di risalire al reale gestore; attraverso le suddette società, emetteva fatture per operazioni inesistenti nei confronti di società reali al fine di permettere loro di creare costi d’impresa fittizi, assicurando a sé un indebito risparmio fiscale; apriva conti correnti postali e bancari, a nome di società fittizie e di prestanome nullatenenti, con i quali otteneva degli affidamenti che subito monetizzava attraverso prelievi, eludendo qualsivoglia azione esecutiva volta a recuperare i crediti maturati; nonché finanziamenti per l’acquisto di beni di lusso, di cui si appropriava”.  Immobiliarista, “leader”, così lo definisce la Dda, “profondo conoscitore del sistema legato alle frodi fiscali”.

 

 

 

 


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