"Basso profilo". L'inchiesta di Gratteri non risparmia neanche la Chiesa: presunte intercessioni con generali della Finanza

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Chiesa
  23 gennaio 2021 11:19

di PAOLO CRISTOFARO

Continuano ad emergere elementi inquietanti dalle carte dell'inchiesta "Basso profilo", della Dda di Catanzaro. I legami occulti non risparmiano neppure la Chiesa. Alcuni prelati, sia preti che vescovi, avrebbero tentato l'intercessione, per conto di aziende legate alla 'Ndrangheta, presso alti ufficiali delle forze dell'ordine, nello specifico della Guardia di Finanza. 

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Antonio Gallo, tra gli arrestati più noti dell'inchiesta, legato a mille società e ad un giro di affari senza fine, attraverso due sacerdoti avrebbe tentato di arrivare a persone terze, appartenenti alla Guardia di Finanza, per allentare le attività investigative e di controllo fiscale. Uno dei due, tra le altre cose, stando a quanto descritto dagli inquirenti, aveva già tentato un'intercessione "anomala" una prima volta, in favore di un familiare di Glenda Giglio. Ma un dettaglio appare ancora più inquietante e tale è definito anche dagli investigatori nei documenti.

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Un vescovo, tra gli altri, sarebbe entrato in contatto con un generale della Guardia di Finanza per favorire un'azienda. "Il Vescovo lo disse al Generale...vedi che questa è un'azienda perbene...seria. Questo qua si è indisposto, il Generale gli ha fatto una una cavolata all'ultimo...perché questi sono stati là tre mesi", si legge in alcune conversazioni contenute nei documenti degli inquirenti, che aprono nuove e preoccupanti piste nelle indagini antimafia. 

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Da specificare, tuttavia, che nessuno delle persone citate risulta indagato in questo filone investigativo.

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