Basso profilo. L'interesse di Gallo per l'ospedale Pugliese e l'Amc: "Anche agli autisti serve la divisa"

"Anche all'Amc occorre fare la divisa agli autisti". L'occhio imprenditoriale di Antonio Gallo si era spinto anche sull'ospedale Pugliese di Catanzaro e sull'Amc, società municipalizzata che si occupa del trasporto pubblico a Catanzaro. Come? Tramite un suo collaboratore che avrebbe dovuto fare da collante negli apparati dello Stato.

La vicenda è raccontata nelle oltre 3mila pagine di informativa che la Dia ha raccolta nei mesi dell'indagine denominata "Basso profilo",  il blitz della Procura di Catanzaro che giovedì 21 gennaio ha portato all'emissione di 50 misure cautelari. Coinvolti criminalità organizzata, politica, imprenditori e presunti colletti bianchi di Catanzaro e Crotone. La prefettura di Catanzaro, inoltre, ha richiesto alla Dda di Catanzaro gli atti d'indagine.

Ma come riporta la Procura stessa, il dato probatorio, pur non permettendo di elevare alcuna specifica contestazione, "lumeggia però la enorme capacità penetrativa di Gallo nel settore degli appalti con ogni strumento".

La strategia studiata da Antonio Gallo era definita. Il quarantenne imprenditore nel campo dell'antiinfortunistica, ora in carcere con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, non entrare a piedi uniti negli affari dell'ospedale o della municipalizzata ma farlo attraverso intermediari come dirigenti dell'Asp o politici, che avrebbero dovuto aprirgli le porte: "Se c'è qualcosa da riconoscere lo facciamo", diceva Gallo, il quale, secondo la Procura, nel tempo si sarebbe sempre occupato di avere le certificazioni antimafia in ordine e senza macchia. 

Un biglietto da visita necessario e utile per sbloccare i tornelli di appalti e bandi. 


 

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